Una «ristrutturazione» che prevede 700 esuberi su un personale di 1240 unità, e nel contempo l’assunzione di «100 nativi digitali» per passare «dalla carta al digitale»: è il piano industriale shock presentato da Italiaonline spa, azienda nata dalla fusione della Iol del magnate egiziano Naguib Sawiris con la storica Seat Pagine Gialle. Dei 700 nel mirino, sono 417 i lavoratori condannati quasi sicuramente al licenziamento, visto che verrebbero messi in cassa integrazione a zero ore per due anni; i rimanenti 283 sarebbero destinati a una cig a rotazione.

Contro questo progetto, che colpirà soprattutto la sede di Torino, i dipendenti di Italiaonline spa protestano da qualche giorno, con una intensificazione ieri, in occasione di uno sciopero nazionale che ha accompagnato il tavolo riunito al ministero dello Sviluppo. Presidi molto animati a Torino, davanti alla sede del gruppo e a Piazza Castello, così come a Milano, nei pressi del sito di Assago e davanti alla Borsa.

Secondo Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom per i 417 destinati alla cassa a zero ore «è quasi certa l’espulsione a giugno del 2018, quando terminerà la cig, anche alla luce della ferma posizione di Iol che a oggi non considera la possibilità di riqualificarli e ricollocarli in altre attività aziendali».

«Sono state respinte – proseguono le tre organizzazioni – le reiterate richieste sindacali di attivare un ammortizzatore come la “solidarietà difensiva”: al contrario della cassa integrazione straordinaria, permetterebbe di mantenere nel ciclo produttivo tutti i lavoratori, coinvolgendo l’intero organico». Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto in particolare di «aumentare l’arco temporale delle misure di sostegno al reddito, per avere più tempo di riorganizzarsi, passando dai 24 mesi della cassa ai 36 mesi della solidarietà; auspicando che nel frattempo il piano industriale possa dare i suoi risultati positivi e l’economia del Paese si riprenda», così da poter tentare di salvare tutti i posti di lavoro.

Italiaonline replica che non si tratta di un dimezzamento del personale, come affermano i sindacati, e indica in sua difesa un perimetro aziendale più ampio su cui si dovrebbe effettuare il calcolo: «oltre tremila persone», perché dell’intero gruppo fanno parte i dipendenti della struttura commerciale, quelli di Moqu, Prontoseat e Consodata, a cui vanno aggiunti gli agenti monomandatari di Italiaonline spa.

«Dobbiamo affrontare – spiega Andrea Fascetti, capo delle Risorse umane di Italiaonline – un piano di trasformazione da “azienda editoriale su carta ad azienda digitale” che richiede efficacia nei processi e continuità gestionale». Il manager aggiunge infine: «Confermiamo l’assunzione di 100 “nativi digitali”, importanti per accelerare la trasformazione».

Motivazioni che non convincono certo lavoratori e sindacati, determinati a salvare tutti i 700 posti di lavoro in pericolo.