Tutti i partecipanti al saluto romano al funerale del docente universitario Giampiero Todini, il primo settembre sul sagrato della chiesa di San Giuseppe, sono indagati dalla Procura della Repubblica. Sono 23 persone, identificate grazie a un video girato all’esterno della chiesa durante i funerali e postato su Facebook. Secondo quanto scriveva ieri il quotidiano La Nuova Sardegna, sarebbe solo l’inizio: l’indagine potrebbe allargarsi, in Procura c’è un fascicolo aperto.

Partecipazione a manifestazioni fasciste: è questa l’ipotesi di reato contestata alle 23 persone iscritte sul registro degli indagati. Un reato previsto dall’articolo 5 della legge Scelba del 1952 che recita: «Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste è punito con la pena della reclusione sino a tre anni». Su questa ipotesi lavorano il capo della Procura, Gianni Caria, e il sostituto Paolo Piras, sulla base di due informative della Digos già depositate agli atti e contenenti una serie di verifiche effettuate subito dopo la conclusione dei funerali.

Fra i 23 indagati ci sono il giornalista Luigi Todini, figlio del docente universitario, e Andrea Farris, responsabile della sezione locale di CasaPound. Luigi Todini ha spiegato di aver organizzato le esequie in stile mussoliniano per esaudire l’ultimo desiderio del padre, ordinario di Storia del diritto, che in vita ha sempre apertamente manifestato la sua fede fascista.

L’Anpi (Associazione nazionale dei partigiani italiani) ieri ha diffuso una nota in cui fa sapere di volersi costituire parte civile in un eventuale processo contro gli indagati dalla magistratura sassarese. Ferma la condanna di tutto il mondo politico sardo, centrodestra compreso. Diverse le denunce che, dopo i funerali, sono arrivate alla magistratura e alle forze di polizia anche da semplici cittadini. Il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau (Pd) parla di atto «intollerabile e inaccettabile», mentre il governatore Francesco Pigliaru (Pd) stigmatizza: «Sassari e l’intera Sardegna non meritano lo spettacolo offerto da un gruppo di nostalgici condannati dalla storia e messi fuori legge dalla nostra Costituzione».

Un episodio simile a quello di Sassari si è verificato a Catanzaro.  Omaggio con saluto fascista a Ferdinando Giardini, esponente storico della destra in Calabria, tra i fondatori del Movimento sociale italiano, morto giovedì scorso. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Gazzetta del Sud, che ha anche pubblicato una foto dell’omaggio tributato a Giardini durante i funerali. Per tre volte, a conclusione del rito funebre, i partecipanti hanno risposto «presente» al grido «Camerata Nando Giardini», un rito di chiara marca fascista identico a quello “officiato” in Sardegna. Ferdinando Giardini, morto all’età di 96 anni, è stato uno dei “padri” di destra calabrese, per molti anni consigliere regionale e consigliere comunale di Catanzaro.