A due giorni dal primo turno del voto nei 36mila comuni francesi, Nicolas Sarkozy fa irruzione nella campagna elettorale con un attacco violento contro giudici, polizia, governo e media, alludendo a Hollande come al burattinaio che tirerebbe le fila della persecuzione giudiziaria di cui l’ex presidente si sente vittima. In un lungo intervento pubblicato da Le Figaro, Sarkozy paragona la polizia francese alla Stasi della Germania est e cita il film La vita degli altri per illustrare la sua situazione. Sarkozy è al centro di alcune inchieste giudiziarie, per il finanziamento delle sue campagne elettorali (sospetti di fondi neri dalla miliardaria Liliane  Bettencourt, proprietaria dell’Oréal, di pressioni e di scambi di favori con i giudici). Per questo i suoi telefoni sono stati intercettati, sia quello ufficiale sia quello che il suo avvocato aveva registrato sotto il falso nome di Paul Bismuth (che esiste davvero, è un ex compagno di scuola dell’avvocato, oggi uomo d’affari attivo nell’immobiliare in Israele), proprio per sfuggire alla curiosità dei giudici. Sarkozy, che si sente braccato, manda fendenti contro tutte le istituzioni, accusando giudici e polizia di “violazione del rispetto della vita privata” e media e ministri di “calunnia eretta a metodo di governo”.

Le reazioni non si sono fatte attendere. François Hollande, da Bruxelles, ha affermato che il paragone fatto da Sarkozy tra la Francia e una dittatura è “insopportabile”. Per Hollande, “il nostro paese è un paese democratico, un paese fiero di essere riconosciuto come quello dei diritti dell’uomo, dove la giustizia, da quando sono presidente della repubblica, puo’ agire in piena indipendenza” (un modo per rimandare al mittente le accuse di ingerenza sul funzionamento della magistratura, spesso strumentalizzata ai tempi di Sarkozy). Per il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, Sarkozy si è macchiato di una “grave colpa morale”, mettendo “in causa l’onore della giustizia e della polizia”. Dei deputati socialisti hanno paragonato Sarkozy a Berlusconi.

A destra, solo la guardia ravvicinata è scesa ieri in campo a difendere l’offensiva di Sarkozy. Il presidente dell’Ump, Jean-François Copé e alcuni fedelissimi hanno applaudito alla dichiarazione di guerra dell’ex presidente. Ma molti pezzi grossi dell’Ump hanno mantenuto il silenzio. Tra essi, la candidata a sindaco di Parigi, Nathalie Kosciusko-Morizet, che peraltro era stata la portavoce di Sarkozy alle ultime presidenziali, ma che adesso teme l’effetto boomerang di questa esternazione violenta. Silenzio pesante anche da parte di Alain Juppé, l’ex primo ministro che si prepara ad essere rieletto trionfalmente già al primo turno a sindaco di Bordeaux e che prepara in segreto la candidatura per le prossime presidenziali del 2017. Molti analisti considerano che l’attacco di Sarkozy, più che rivolto verso il governo attuale, sia una reazione studiata per colpire nel suo campo, avendo come bersaglio proprio Juppé, che si è messo di traverso, con la sua popolarità ritrovata, a un’eventuale ritorno in campo dell’ex presidente per la corsa all’Eliseo del 2017. L’intenzione di Sarkozy sarebbe quindi di smuovere l’indifferenza crescente verso la politica presente anche nell’elettorato Ump, per dare una scossa al voto di domenica, rafforzandosi nella competizione per la candidatura del 2017, in un momento in cui, travolto dagli scandali giudiziari, l’ex presidente sta anch’egli crollando nei sondaggi di gradimento.

Sarkozy, gettando pesantemente discredito su giustizia, polizia, governo e media, rischia di fare il gioco del Fronte nazionale, che con lo slogan “tutti marci” fomenta il populismo.

L’intervento intitolato “Cio’ che voglio dire ai francesi” potrebbe essere un boomerang, perché conferma i sospetti di una eccessiva vicinanza dell’ex presidente con le posizioni dell’estrema destra. Sarkozy è stato tradito dal suo consigliere di estrema destra, l’ex direttore di Minute, Patrick Buisson, che ha registrato clandestinamente centinaia di ore di conversazioni private all’Eliseo nello scorso quinquennato. Parte di queste registrazioni sono state diffuse da giornali e siti Internet, cosi’ come è successo per alcuni brani delle intercettazioni giudiziarie. La mossa di Sarkozy svela in realtà la faccia più nascosta dell’ex presidente. E non è detto che piaccia, neppure a destra.