Nicolas Sarkozy è stato interrogato dai giudici, ieri mattina, nell’ambito dell’inchiesta sullo sfondamento del tetto massimo di spesa per la campagna elettorale delle presidenziali, in particolare sulla multa – 400mila euro – che era stata pagata dal partito, l’Ump, invece che dal candidato, per aver oltrepassato la spesa legale di vari milioni di euro. L’ex presidente, ieri, se l’è cavata: è ormai “testimone assistito”, una posizione intermedia, tra il semplice testimone e la persona incriminata. I suoi avvocati avranno il vantaggio di avere accesso agli atti.

Per l’avvocato difensore, Thierry Herzog, “il caso è finito”. Per pagare la multa, che Sarkozy afferma di aver rimborsato integralmente all’Ump, il partito aveva organizzato un Sarkoton, cioè aveva fatto una colletta tra elettori e simpatizzanti, raccogliendo 11 milioni. Per una coincidenza, sempre ieri, sono invece stati incriminati per lo scandalo Bygmalion il suo ex direttore di campagna, oggi prefetto della Lozère, Guillaume Lambert, un deputato Ump che era il suo tesoriere di campagna e un avvocato. Bygmalion è il nome della società, organizzatrice di “eventi”, sospettata di aver fatto false fatture per coprire i traffici di soldi durante la campagna elettorale delle presidenziali. Jean-François Copé, allora presidente dell’Ump, ci ha già rimesso il posto (ora occupato da Sarkozy) e un’incriminazione giudiziaria.

L’inchiesta Bygmalion non è ancora finita: per Sarkozy, i guai potrebbero essere enormi e mettergli un bastone tra le ruote della riconquista sperata dell’Eliseo nel 2017. Bygmalion significa sospetti per un’enorme frode di 18,5 milioni di euro, pagata dall’Ump per la campagna di Sarkozy, cifra sottratta al controllo dei conti dei candidati. Undici inchieste giudiziarie si interessano a Sarkozy, “mai nella V Repubblica – scrivono i giornalisti Gérard Davet e Fabrice Lhomme nel libro uscito nel novembre scorso Sarkozy s’est tuer (l’errore di coniugazione fa riferimento a un vecchio fatto di cronaca) – un responsabile politico di cosi’ alto rango, addirittura un candidato alla presidenza, è stato citato in un numero cosi’ elevato di inchieste politico-finanziarie”. Di qui al 2017, la strada sarà piena di ostacoli giudiziari per l’ex presidente nuovamente candidato all’Eliseo. Claude Guéant, ex segretario generale dell’Eliseo e ex ministro degli interni, uomo molto vicino a Sarkozy, è anch’egli sotto inchiesta, per il caso dei sospetti su un finanziamento della campagna elettorale del 2007 da parte di Gheddafi (poi ricevuto con grande pompa a Parigi, prima di diventare il nemico di abbattere nell’intervento del 2011). Guéant è stato interrogato di recente per spiegarsi su una vendita di due quadri di un oscuro pittore fiammingo, che l’ex ministro pretendeva aver venduto a 500mila euro (per gli esperti valgono al massimo 50mila euro). Sarkozy è un avvocato d’affari che conosce bene i sistemi per confondere le piste, finora è riuscito ad uscire senza incriminazioni dalle inchieste dei giudici finanziari. Ma non è detto che non inciampi nel prossimo futuro, a causa della troppa vicinanza con il mondo del denaro.