Nel giorno in cui Nicola Zingaretti spedisce lettera formale di dimissioni da segretario, il Pd diventa terra di conquista e spazio da contendere. Il che rappresenta la debolezza del partito, il rischio che finisca in balia degli eventi immediati ma evidenzia anche un segnale politico: l’esistenza di un’area di opinione che si preoccupa di quanto avviene dentro al Nazareno.

A COMINCIARE dalla Sardine, che si presentano davanti alla sede nazionale del Nazareno con tanto di sacco a pelo. «Le assemblee tra pochi non bastano più – dice Mattia Santori – Chiediamo che inizi una nuova fase costituente: aperta, democratica, innovativa. Non per il Pd, non per le Sardine. Ma per tutti gli apolidi della politica».

SANTORI E GLI ALTRI vengono ricevuti dalla presidente del Pd Valentina Cuppi. Le chiedono che il percorso di Piazza Grande intrapreso da Zingaretti da candidato alle primarie sfoci in una «fase costituente aperta». Danno atto alla sindaca di Marzabotto di averli ricevuti ma ne escono con la convizione che il Pd da solo non si possa salvare. «Mi sono sentita più un salmone che una sardina -dice al manifesto Jasmine Cristallo – Sono andata contro le correnti, presenze che ho avvertito quasi fisicamente entrando al Nazareno. Ci siamo presentati là davanti perché Zingaretti non si è semplicemente arreso: compie un atto politico, Zingaretti, nel momento in cui afferma ‘Mi vergogno del mio partito’. Uno che viene da un milione e duecentomila voti alle primarie, voti di gente che non sta nel Pd ma che ha voluto portarlo alla segreteria, adesso dice queste cose. E allora io che sono di sinistra e non ho mai votato Pd nella mia vita mi rendo conto che tutto questo ci riguarda. Ci riguarda la costruzione di un fronte progressista plurale che accolga quella parte dei 5 Stelle che ha testimoniato una volontà di cambiamento e Leu». Per Cristallo, «il Pd non è un partito, è un arcipelago. Là dentro qualcuno vuole ancora realizzare il progetto di Renzi e strizzare l’occhio a Confindustria. Non possiamo rimanere fermi mentre le correnti si spolpano un partito». Cristallo ricorda le origini delle Sardine e il voto in Emilia Romagna facendo riferimento al presidente di Regione che sembra avere mire sulla leadership del Pd: «Bonaccini dimentica che senza di noi avrebbe perso le elezioni, alcuni sondaggi lo davano 8 punti sotto».

ZINGARETTI non lo hanno sentito né ieri né in questi giorni, dicono le Sardine. Lui manda messaggi apprezzamento: «Sono energia positiva dell’Italia e della democrazia italiana – dice l’ormai ex segretario – Il fatto che si siano mobilitate conferma che il Pd è una grande forza della democrazia italiana. Agli italiani che guardano a noi dico: non preoccupatevi». Anche da Valentina Cuppi arrivano parole di apertura: «Dobbiamo essere capaci di dialogare per costruire un campo progressista e riformista che s appia essere inclusivo e accogliente», afferma la presidente del Pd.

ANCHE BEPPE GRILLO tenta di invadere virtualmente il sagrato del Nazareno, replicando la sua candidatura al vertice del partito per le primarie del 2009 (quelle che incoronarono Pierluigi Bersani). Se quella poteva considerarsi un’Opa ostile, questa volta il contesto è diverso. Il fondatore del Movimento 5 Stelle parla da ex alleato di governo del Partito democratico. Si muove sulla traccia politica e comunicativa decisa ormai da qualche settimana: prevede che l’Elevato parli solo di massimi sistemi, che non agiti contrapposizioni ma proposte e che inviti alla concordia. In nome di questo nuovo corso il M5S è entrato nel governo Draghi e seguendo questa linea a Grillo scappa la frizione quando estende il suo abbraccio alla vasta maggioranza che sostiene l’esecutivo dell’ex presidente della Bce ma anche a Giorgia Meloni. «Il Pd deve avere una narrazione, deve avere un progetto – dice Grillo – Io non ho mai sentito parole come transizione, ecologia, energie rinnovabili, eppure sono tutte cose che sono sul piatto adesso. I giovani, sia di destra e sinistra, non è fare un muro contro il fascismo, sta cambiando anche lì, io credo che la Meloni, che i leghisti, i giovani, non ci siano queste differenze incredibili».