La velocità di propagazione della variante Omicron è impressionante anche in Israele dove le autorità annunciano una «bufera» di positivi al virus. «Arriveremo a 20 mila, anche a 50 mila contagi al giorno», ha avvertito domenica il premier Bennett. Lunedì i contagi sono stati 10,720, più del doppio del giorno precedente. Il tasso R di contagio è salito a 1,91. Per questo il direttore generale del ministero della sanità, Nachman Ash, ha dato il via libera alla quarta dose di vaccino Pfizer per gli over 60 che hanno ricevuto il booster da almeno quattro mesi.

Somministrazione, già avviata, che inizialmente Ash aveva ristretto agli immunodepressi, il personale sanitario e gli ospiti delle case di riposo. L’obiettivo è proteggere i più esposti alle forme gravi del Covid e, stando ai risultati dei test, la risposta immunitaria dopo la quarta dose sarebbe in grado di proteggere efficacemente anche dalla Omicron.

Allo stesso tempo, hanno fatto intendere le autorità, l’ondata di casi positivi potrebbe portare alla tanta desiderata immunità di gregge poiché, si prevede, un israeliano su tre rimarrà contagiato in questa quinta ondata della pandemia. «Il costo sarà di molte infezioni ma in questo modo l’immunità sarà «possibile», ha spiegato Nachman Ash. Inoltre, la Omicron, altamente trasmissibile sembra portatrice di una malattia in apparenza meno grave e letale. A conforto di ciò ci sono i dati sulle ospedalizzazioni, i casi gravi (117) e i decessi che, al momento, restano contenuti nonostante l’aumento vertiginoso del contagio. Il governo Bennett è intervenuto anche per tentare di risolvere il problema delle lunghe code nei siti «drive through» per i tamponi. A quanto si dice, il ministero della sanità dovrebbe consentire alle persone non vaccinate, come accade a quelle vaccinate, entrate in contatto con un infetto di sottoporsi a un test rapido dell’antigene, invece di un tampone Pcr, per poter lasciare la quarantena.

Per questo sono stati acquistati altri 20 milioni di kit di test rapidi. Una misura che aiuterà a non paralizzare l’economia e il sistema scolastico. Sulla falsariga di questo provvedimento, da domenica 9 gennaio Israele riaprirà i suoi confini ai turisti completamente vaccinati provenienti da Paesi inseriti in precedenza nella «lista arancione» e considerati a medio rischio. Tra questi ci sono anche i turisti italiani mentre restano esclusi quelli provenienti da Usa e Gran Bretagna.