Ferruccio Sansa, un vignettista ti ha disegnato come uno che corre a cui però gli ‘amici’ rubano le scarpe. Ti senti così nella corsa per la presidenza della Liguria?
Dico la verità? In queste ore sono felice. Faccio il giornalista, il mio mestiere mi piace perché ti fa andare nei posti e parlare con le persone. Ecco, ora potrò farlo nella mia regione, con cui ho un legame fortissimo.

Ma Di Maio, Grillo, lo scetticismo su di te, non ti avrà messo tutto questo buonumore.
Tutto superato. E comunque le cose romane le sento lontane. È bello ricordarsi che la politica è fatta di cose così: ora stiamo lavorando al sito ma ieri abbiamo passato la giornata a cercare i tavoli del comitato, le sedie. Ho comprato un cavo del telefono, sembra poco ma è quello con cui tutti ti possono cercare. Sono cose che sapevo già perché tanti anni fa ho seguito la campagna di mio padre (Adriano, era il 1993, ndr). E la sede: non abbiamo ancora il sì ufficiale ma se ci va bene sarà nel cuore del porto, sotto la Lanterna, a un passo dalla trattoria di don Gallo.

Il segno di don Gallo. Non da lassù, da quaggiù.
Sì, la mia candidatura è nata nella comunità di San Benedetto al Porto. Oggi (ieri, ndr) sarebbe il suo compleanno.

Toti dice che sarai il candidato del No alle opere pubbliche.
La nostra campagna elettorale avrà due filoni: racconteremo la vera Liguria disastrosa di Toti, e faremo e proposte concrete. Toti dice che noi siamo quelli del ‘non fare’. Ma lui non ha fatto neanche un metro della Gronda. E il nodo ferroviario di Genova: doveva essere pronto nel 2017 e invece è rinviato al 2023 ed ora si scopre che non ha fatto neanche le convenzioni per i treni. Toti non parli di infrastrutture: non ha fatto niente. Lo dico dati alla mano. Non farò una campagna contro le persone. Farò una campagna serena. Ma decisa.

Direte sì a qualche opera?
Diciamo sì a far partire subito il primo tratto della Gronda, quello decisivo, dal porto verso l’autostrada. Siamo tutti d’accordo, appena ci sederemo in regione daremo il via libera. Poi il tunnel della Val Fontanabuona: è fondamentale per l’entroterra della Liguria. Siamo favorevoli, quella valle sta morendo. Poi tutte le infrastrutture ferroviarie: il nodo di Genova, la Pontremolese fra La Spezia e la Pianura padana che va ridisegnata, il riammodernamento della ferrovia del Ponente. E il Terzo Valico si fa, ormai. È poco?

Siete per la «decrescita felice»?
Finora Toti è stato quello della decrescita infelice, nel caso sarebbe un passo avanti. Ma scherzo, la risposta è no.

Però Toti e il sindaco di Genova Bucci possono rivendicare la ricostruzione del nuovo Ponte.
Con i soldi del governo. Ma aggiungo una cosa: secondo la legge la Regione ha competenza anche in materia di infrastrutture autostradali. Chiedo: dov’era Toti in questi cinque anni mentre chiunque vedeva che a quel ponte cadevano i pezzi?

La tua campagna elettorale parte in ritardo. Perché ci hanno messo tanto a scegliere te?
Perché la mia è una proposta di rottura radicale. E perché sto sulle scatole a molti. È vero, ho rotto le scatole sia al Pd che ai 5 stelle. Mi hanno chiesto di continuare a farlo, né io cambierei. Anzi mi stupisce che Pd e 5s abbiano scelto una persona che li ha messi in discussione. Vorrei vedere le destre candidare uno che le critica. A proposito di destra: qualche anno fa Fratelli d’Italia mi ha chiesto di candidarmi. Mi hanno detto: ti stimiamo, se ti candidi ti diamo un appoggio esterno.

E cosa hai risposto?
Che non sono di destra. Nella maniera più assoluta. Ma li ho ringraziati.

Riuscirai a recuperare la parte del Pd e di 5s che non ti vuole? Penso all’area di Burlando, simboleggiata dal murale apparso a Genova con il «bacio» fra l’ex ministro e Renzi.
Cercherò di coinvolgere le persone ma non rinnegherò quello che ho sempre detto. Ma se avremo un progetto forte e chiaro gli elettori ci si riconosceranno. Ambiente, sanità pubblica: del resto sono le battaglie della sinistra.

La Liguria è l’unica regione in cui va al voto l’alleanza giallorossa, a parte Italia viva. Ti senti una responsabilità nazionale? Un laboratorio?
La nostra sarà una coalizione progressista. La Liguria si è battuta contro il nazismo, è stata un’avanguardia delle lotte operaie, e anche dell’economia all’epoca del triangolo industriale. Non mi sono già montato la testa, ma se ci andasse bene potrebbe essere un’occasione importante. Spero che i liguri la colgano: devono scegliere non tra Sansa e Toti, ma tra due idee opposte di Liguria. E una di queste due idee può essere un modello per altre regioni.

Hai ricordato tuo padre Adriano. In questa tua scommessa c’è anche una possibilità di riunire anime progressiste e civiche che per una lunga stagione fino oggi, faticano a camminare insieme?
Chi mi ha scelto sa che vengo da quella storia. Una storia civica. Una storia importante, di tutti. Ci hanno contattato dei rappresentanti dei democratici americani, ci daranno una mano. Perché, ci hanno detto, ‘voi siete davvero civici, e noi sosteniamo ovunque chi combatte contro il populismo’.