Un incarico per la «valutazione del rischio sismico» affidato a un vigile del fuoco privo di titoli. Per questo il 22 settembre, davanti al gip di Ascoli Rita De Angelis, andrà in scena l’udienza preliminare a carico di alcuni dirigenti della sanità marchigiana: l’ex direttore generale Roberto Malucelli, Pierpaolo D’Angeli, Maria Luisa Velardi e Giuseppe Emilio Riccio, accusati di abuso d’ufficio per l’assunzione di un vigile del fuoco di Ascoli, che comunque non risulta tra gli indagati.

La tesi dell’accusa è che il vigile (fratello di una consigliera comunale del Pd ad Ascoli e segretaria dell’ex assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani) non avesse i titoli per il servizio svolto dal primo ottobre del 2007 al 20 maggio del 2010, per un totale di 103mila euro percepiti a titolo di retribuzione e rimborso spese.

Malucelli autorizzò il contratto a tempo determinato dopo un’istruttoria stilata da D’Angeli. Nel 2009 Velardi avrebbe trasformato il rapporto di lavoro in una collaborazione coordinata e continuativa, con effetto retroattivo a partire dal conferimento dell’incarico. A quel punto, ancora Malucelli, basandosi su un’altra istruttoria firmata da Riccio, firmò il nuovo contratto indicando nuovi compensi, rimborsi per le trasferte, esonero dall’obbligo di presenza giornaliera in ufficio, nessun orario, né obbligo di timbratura, né obiettivi di produttività.

La procura di Ascoli contesta l’assunzione per «urgenza e necessità» allo scopo di occuparsi della «valutazione del rischio sismico di otto strutture sanitarie» delle Marche, con l’obiettivo di «ridurre i rischi delle strutture strategiche dell’azienda in caso di calamità».

L’accusa sostiene che questi controlli non siano mai stati fatti, così come non risulterebbero attività preparatorie né atti firmati. Sul caso ha aperto un fascicolo anche la Corte dei Conti.

Monica Acciarri, dal canto suo, contesta l’intero impianto accusatorio, sostenendo di non aver mai raccomandato suo fratello, che «faceva soltanto un servizio d’indagine che poi portava ai dirigenti. Ha risposto ad un bando della Regione: cercavano dei geometri e lui ha fatto richiesta».

Il terremoto di mercoledì scorso ha distrutto una parte dell’ospedale di Amandola, in provincia di Fermo, costringendo i pazienti all’evacuazione e al trasferimento verso altre strutture della regione.

Errata Corrige

L’articolo è stato emendato il 13 novembre 2023 per il rispetto del diritto all’oblio di uno dei soggetti interessati.