Si è conclusa con la conferma di assoluzione dal reato di abuso d’ufficio la vicenda che ha riguardato il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola e l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. La sentenza della Corte di Appello di Bari (presidente Giorgio Pica), è stata emessa dopo un’ora di camera di consiglio al termine dell’unica udienza del processo di secondo grado. I giudici hanno quindi confermato la sentenza di primo grado, emessa nell’ottobre 2012, che aveva assolto i due imputati con la formula «perché il fatto non sussiste».

Il presunto abuso d’ufficio che era stato contestato dalla Procura di Bari a Vendola e a Lea Cosentino riguardava la selezione per un posto da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli. Secondo la Procura, che aveva impugnato l’assoluzione in primo grado con rito abbreviato, nel periodo tra settembre 2008 e aprile 2009 Vendola aveva spinto l’allora direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso, con l’obiettivo di assicurare a Sardelli la partecipazione allo stesso e in un secondo momento la garanzia dell’assunzione quinquennale.

In primo grado si era costituito parte civile il dottor Marco Luigi Cisternino, uno dei tre medici che aveva partecipato al concorso entro i termini, quindi prima che venissero riaperti, e che poi era stato escluso. Il pm Francesco Bretone e l’aggiunto Lino Giorgio Bruno, che hanno firmato anche l’impugnazione, avevano chiesto per Vendola e Cosentino la condanna a 20 mesi di reclusione. A tirare in ballo il governatore pugliese, era stata la stessa «Lady Asl», Lea Cosentino, peraltro coinvolta negli scandali che hanno travolto l’imprenditore Giampaolo Tarantini, l’ex assessore Alberto Tedesco e i vertici della sanità pugliese: nell’ottobre del 2011 decise di parlare con i magistrati baresi di presunte pressioni ricevute dal mondo della politica.

«Si compie, dopo cinque anni di turbamento e travaglio, la mia vicenda giudiziaria», commenta ora il leader di Sel e presidente della Puglia. «Sono stato processato, sono stato assolto – sottolinea Nichi Vendola – quella assoluzione è stata trasformata in una condanna dai mass media. Sono molto contento perché è una buona giornata – aggiunge -. La mia estraneità è la conferma del fatto che in tutta la mia vita ho fatto del rispetto della legge e della legalità la bussola con cui ho orientato i miei passi». «Non mi sono mai lamentato di aver subito questo controllo dei miei comportamenti – afferma ancora – Un pubblico amministratore per definizione è sottoposto al controllo di legalità. Mi sono difeso, non dal processo, ma nel processo. E, grazie a Dio, li ho vinti tutti». Si «felicita» per l’assoluzione anche l’ex sindaco di Bari e candidato governatore della Puglia Michele Emiliano.