Un contratto di 10 punti in 28 pagine per una possibile alleanza di governo: solo con la Lega o con il Pd, come ha ribadito ieri il leader dei Cinquestelle Luigi Di Maio. Il testo approntato dal professor Giacinto Della Cananea, insieme a un pool di saggi selezionati dal movimento, viene diffuso proprio nel giorno in cui il presidente della Camera Roberto Fico riceve l’incarico di esploratore dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mette in evidenza più le convergenze che le divergenze tra i tre partiti, è annacquato su diversi temi rispetto alle originarie proposte grilline – non compare mai il termine «reddito di cittadinanza», ad esempio – tanto che dalla base, via social, sono venuti mugugni e proteste.

«Non sarà un’alleanza – scriveva ieri il candidato premier Di Maio su Facebook – Voglio dirlo chiaramente ai nostri attivisti: quello che valeva per la Lega, vale anche per il Pd. Le condizioni non cambiano: vogliamo un contratto di governo, fatto a partire dal nostro programma e sulla base redatta dal professor Giacinto Della Cananea. L’obiettivo è realizzare quanto abbiamo promesso in campagna elettorale, per migliorare finalmente la qualità della vita degli italiani».

I dieci punti non contengono impegni sulla riforma Fornero o sui vaccini, temi su cui lo stesso Della Cananea spiega di aver registrato delle divergenze tra i tre partiti, tanto da espungerli. Il reddito di cittadinanza viene chiamato genericamente «sostegno al reddito associato alla disponibilità a lavorare». L’Italia viene poi inserita in un’Europa «sicura e solidale», assicurando la «continuità della collocazione internazionale in Europa e nello scenario internazionale». L’appartenenza all’euro non viene mai messa in dubbio, invocando soltanto una «rettifica negli orientamenti finora seguiti nella realizzazione dell’Unione economica e monetaria».

Un deciso venire incontro ai possibili alleati – una tabella allegata mette in evidenza convergenze nei programmi sia rispetto alla Lega che al Pd – che la base pentastellata sui social non ha troppo gradito.

Centinaia i messaggi nella sezione commenti sul blog delle Stelle, molti dei quali sintetizzati in quello di un elettore 5 stelle: «Cari amici, sono incaxxato nero! Mi spiegate com’è stato possibile perdere il Molise dove non più di 2 mesi fa ci davano in vantaggio di 15 punti? E prendere come partito il 31% quando il 4 marzo abbiamo preso il 44%? E questo contratto alla tedesca? Tutti punti generici. Possiamo umilmente iniziare a pensare che forse la strategia che stiamo seguendo non è giusta? Facciamo la corte alla Lega e al Pd insieme, diciamo no a Berlusconi ma poi accettiamo un suo appoggio esterno. Non parliamo più da secoli del reddito di cittadinanza, della Fornero, siamo diventati europeisti e pro Nato… Basta! Dove sono finiti i valori del primo Movimento?».

Per Della Cananea, intervistato ieri sera da Lilli Gruber in Otto e mezzo, «allo stato sono possibili tutte e due le ipotesi di governo, con Lega o Pd». «Democrazie mature come quella tedesca – ha proseguito il professore – sono riuscite a stipulare accordi di coalizione, realizzando importanti riforme. Bisogna stare sui temi che interessano i cittadini, indicati dalle ultime scelte elettorali: sanità, un mercato lavoro che funziona e che protegga nelle crisi, infrastrutture all’altezza».

Sui nodi di bilancio, e appunto sulle pensioni, per Della Cananea si registrano «problemi obiettivi, e visioni diverse tra i tre partiti, ma si potrebbe pensare a realizzare investimenti, a partire dall’istruzione e dalla ricerca, che poi possano essere scorporati dal deficit rispetto ai paletti Ue».

Il documento dei saggi avvisa però che tra M5S, Pd e Lega ci sono alcune «divergenze di ordine morale che rendono ardua la formazione di un governo coeso». Ad esempio le politiche sui vaccini – che dividono Pd e M5S – o le sanzioni penali: «La castrazione chimica per gli stupratori – spiega Della Cananea – l’ho trovata solo nel programma della Lega, e non negli altri due».

Ultimo punto previsto: una commissione di conciliazione per dirimere eventuali problemi che sorgano tra i contraenti. Ma, lo ammette lo stesso professor Della Cananea, un accordo politico non è certo un contratto di tipo giuridico. La commissione appare più come un buon intento che come uno strumento realmente utilizzabile.