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Sanità toscana verso il referendum

Sanità toscana verso il referendumIl presidente regionale Enrico Rossi

Controriforme Il Comitato per la sanità pubblica raccoglie 50mila firme per abrogare le recentissima legge regionale di "riordino" che apre al privato, sociale e non. Al Collegio di garanzia l'ultima parola per una consultazione a giugno, mentre l'assessora renziana Saccardi cerca di cambiare la legge per paura delle urne.

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 4 novembre 2015

Nemmeno al Comitato per la sanità pubblica si aspettavano una risposta così rapida: in soli due mesi sono state raccolte 50mila firme per un referendum abrogativo della legge 28/2015 di “riordino” del sistema sanitario toscano. Ne bastavano 40mila. Nel mentre i moduli sottoscritti continuano ad arrivare, ogni giorno a centinaia, spediti da un capo all’altro della regione grazie al lavoro di una miriade di comitati locali. Questi ultimi hanno avuto buon gioco nel denunciare un provvedimento che sta portando alla riduzione dei presìdi territoriali. All’ennesima riduzione degli addetti, con conseguenti difficoltà ad assicurare per tempo i servizi meno urgenti ma di uso quotidiano. Al conseguente passaggio dei servizi al privato sociale o al privato tout court, diventato più veloce del corrispettivo pubblico, e paradossalmente meno costoso a causa degli aumenti del ticket.
Le firme raccolte dovrebbero essere consegnate oggi al Collegio regionale di garanzia statutaria. Il condizionale è d’obbligo, perché a palazzo Panciatichi qualcuno vuol frenare il cammino referendario, ritardando questo passaggio. Mentre è già una certezza la volontà della giunta di Enrico Rossi di bloccare la consultazione. “Un intervento legislativo – ha spiegato giorni fa l’assessore alla sanità Stefania Saccardi a una tv regionale (Rtv38) – che in certi punti modifichi anche la legge 28, che riorganizzi complessivamente il settore, e che declini queste modifiche sul territorio. A quel punto non avrà più senso il referendum che viene portato avanti in relazione a quella legge”.
Dietro le mosse di Saccardi, fedelissima di Matteo Renzi, in molti vedono il timore di una plateale sconfessione popolare di quanto peraltro approvato appena sei mesi fa, nell’atto conclusivo della scorsa legislatura regionale. Una mossa dettata dalla paura. Anche perché le regole del referendum prevedono che il quorum sia raggiunto con il 50% più uno del numero dei votanti delle ultime elezioni regionali. In altre parole basterebbero circa 750mila voti, per effetto dell’elevatissimo astensionismo (più del 50%) che ha accompagnato a fine maggio la rielezione di Enrico Rossi.
Mentre Saccardi e il suo staff stanno lavorando a spron battuto per far arrivare velocemente la nuova normativa in consiglio regionale, e farla approvare entro il 31 dicembre, sarà il Collegio di garanzia a stabilire se la consultazione debba avere luogo. Comunque è ammessa, per legge, la possibilità di riformulare i quesiti in un diverso quadro normativo. Questo sembra relativamente tranquillizzare i referendari, che guidati da Gavino Maciocco osservano: “La nostra campagna ha puntato sul fatto che la legge 28/15 vuole compensare il definanziamento alla sanità ma in realtà non lo fa. La riduzione di risorse produce un taglio di personale, e quindi un aumento delle liste di attesa, che associate ai ticket elevati spingono masse di cittadini dal pubblico al privato. A quel punto intervengono le assicurazioni, promosse dal nostro sistema”.
A sostegno del Comitato per la sanità pubblica si sono schierate tutte le forze politiche di opposizione all’egemone Pd toscano. Anche se al momento della raccolta delle firme ad attivarsi sono stati soprattutto Toscana a Sinistra (Sel, Prc e movimenti sociali) e M5S. I due consiglieri regionali di sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti sintetizzano lo stato delle cose: “Già ai tempi del referendum sull’acqua abbiamo assistito alla netta divaricazione tra maggioranza sociale e maggioranza politica. Oggi anche sulla sanità pubblica la parola deve tornare ai cittadini, nonostante i continui tentativi di sabotare la consultazione”. Un referendum che si svolgerà a giugno. Se il Collegio di garanzia darà il via libera alla richiesta popolare di decine di migliaia di toscane e toscani.

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