Concorso in turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture sono le ipotesi di reato che hanno fatto scattare perquisizioni e sequestri di pc e cellulari, l’inchiesta è quella della procura partenopea sulla realizzazione dei Covid center nei moduli prefabbricati: uno nel parcheggio dell’ospedale del Mare di Ponticelli a Napoli e poi uno a Caserta e uno a Salerno. Un appalto da 15,5 milioni di euro, aggiudicato dalla centrale per gli acquisti Soresa in poche ore (il bando è stato pubblicato il 17 marzo con scadenza 18 marzo), è andato alla Manufacturing Engineering & Development srl di Padova. L’indagine è partita da 5 esposti dell’ex assessore regionale Marcello Taglialatela (ex FdI).

La Med si era impegnata a fornire i 3 ospedali modulari già pronti e completamente attrezzati ma gli esposti rivelano: «Mancavano i ventilatori, una carenza che configura il mancato rispetto della procedura di gara a pena di esclusione». Non solo: «Soresa ha poi pubblicato un avviso di gara, dopo l’aggiudicazione della procedura, avente ad oggetto la fornitura di ventilatori per moduli di terapia intensiva» in parte andati anche al Covid center di Ponticelli. Inoltre, l’appalto complessivo è stato aggiudicato con un ribasso del 20,85% ma, accusa l’esposto, attraverso determinazioni successive della Soresa (con cui si disponeva «l’aggiudicazione del completamento dell’allestimento dei moduli»), la Med avrebbe recuperato 14.942.200,89 euro, riassorbendo l’intero ribasso.

Infine i protagonisti. Negli esposti è allega anche documentazione (lettere e mail). In particolare, la lettera inviata dagli avvocati della Med al presidente e ad Soresa: «Nella nota – si legge nell’esposto – si evidenzia un atteggiamento di totale collaborazione del direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, il quale non solo partecipa a tutte le riunioni, ma interpreta il ruolo di suggeritore circa la risoluzione delle problematiche esposte, in modo da rendere difficile la distinzione tra il suo ruolo di controllore e quello di mediatore. Nella nota vengono richiamati “i principali interlocutori nella fase di start-up della fornitura”, tra gli stessi viene citato Luca Cascone, consigliere regionale e collaboratore del Presidente Vincenzo De Luca, quale componente della Unità di Crisi, circostanza quest’ultima non veritiera».

I pm hanno cominciato da quattro figure vicine al governatore De Luca. Il presidente della Soresa, Claudio Cuccurullo, e Roberta Santaniello, dirigente dell’ufficio di gabinetto della giunta regionale. Nel 2015 Santaniello, all’epoca presidente provinciale del Pd di Avellino, si presentò alle regionali ma non venne eletta. Ciro Verdoliva, finito in altre inchieste sulla Sanità campana, è passato da direttore dell’ospedale Cardarelli a commissario straordinario dell’Asl Napoli 1 e poi ne è diventato direttore. Quindi Luca Cascone: nei documenti depositati in procura, i fornitori lo indicano come «vero e proprio mediatore tra le ditte e la regione». Cascone, ex assessore comunale a Salerno, è stato eletto consigliere regionale nella civica De Luca presidente, ufficialmente non si occupa di Sanità perché è presidente della commissione Urbanistica, Lavori Pubblici e Trasporti ed è in piena corsa per la rielezione a settembre.