Nei confronti dello sciopero dei medici oggi più che mai confesso un forte imbarazzo. Come non essere d’accordo con le loro battaglie. Ma nello stesso tempo c’è la realtà di un governo che al Senato, con la fiducia, ha chiuso i giochi sul contratto.

Dunque sarà grasso che cola se a questo sciopero darà il solito contentino. Quello di tutti gli anni e che vale più o meno in proporzione quanto noi diamo a chi ci lava il vetro della macchina.

La storia ormai va avanti da otto anni, otto anni di mancato rinnovo dei contratti, insieme ad un costante de-finanziamento della sanità, ad un crescente depauperamento della sua qualità, ad un ostinata politica di de-capitalizzazione del lavoro, e da ultimo insieme ad un crescente processo di privatizzazione della sanità pubblica.

Il sindacato è praticamente impotente, zimbello di una politica senza scrupoli che lo dileggia e lo inganna e che nonostante tutti suoi guai contrattuali derivino da precise politiche economiche del governo, non è ancora risuscito a tirare fuori una piattaforma per contrastarle, a opporsi alla defiscalizzazione delle mutue, a contestare una idea scellerata di sostenibilità, a opporsi al definanziamento sistematico del sistema.

Se la sanità è stata posta in contrapposizione al Pil, come ha voluto fin dall’inizio il governo Renzi, non c’ è prospettiva, e meno che mai i soldi per rinnovare i vostri contratti.

Bisognerebbe imparare a chiedersi per quale ragione questo governo che considera i medici un costo che ostacola lo sviluppo, dovrebbe rinnovare i contratti . Eppure a parte la solita retorica sul diritto alla salute e le proteste regolarmente fuori tempo massimo, non abbiamo ascoltato una parola contro il Job act che ha spianato la strada alle politiche che ora con diabolica coerenza stanno mettendo i medici ai margini. Non una parola quando Renzi, alle ultime primarie, con una mozione ha teorizzato il welfare on demand, la fine dell’universalismo, il sistema multi-pilastro e il diritto alla protezione sanitaria ma solo per chi lavora.

Rispetto a questo malcelato furore anti-sanità, era scontato che non sarebbero stati rinnovati i contratti, che migliaia di giovani medici non sarebbero stati assunti, che l’esercito di precari non sarebbe stato stabilizzato.

Abbiamo assistito alle figuracce in Senato quando vi il Pd, con l’emendamento sul prezzo delle sigarette, metteva in atto la guerra tra poveri. Come quando si litiga in famiglia su come spendere i soldi che eventualmente potremmo vincere alla lotteria. Una vincita virtuale tra i contratti, l’abolizione del super ticket e il finanziamento dei Lea

Questo governo non è riuscito neanche a provare un po’ di rispetto verso Cittadinanzaattiva che per abolire il super ticket aveva raccolto 35000 firme. Niente abolizione, solo un altro contentino sulle esenzioni ma non per via delle firme ma per darla calda a Pisapia che come si ricorderà era andato da Gentiloni a chiedere non l’abolizione degli incentivi fiscali alle mutue e il rifinanziamento del sistema pubblico, ma solo la cancellazione del super ticket. Anche qui altro teatrino rispetto ai miliardi di sotto-finanziamento solo pochi spiccioli.

Anche questa legge di bilancio conferma, per l’ottava volta, che il problema non sono i topi che continuano a fare il loro mestiere ma il gatto che non riesce a prenderli più. Siamo in campagna elettorale, questo governo sta dando mance a destra e a manca ma lascia i medici a bocca asciutta. Penso che subito dopo il panettone l’intersindacale medica debba aprire una seria riflessione prima di tutto su di se.

Intanto vorrei invitarvi a fare un gesto politico davvero politico. La rete sostenibilità e salute ha lanciato un appello che propone di bloccare gli incentivi fiscali alle mutue.

Volete rinnovare i contratti? Volete abolire il super ticket? Volete difendere la sanità pubblica? Bene firmate, come ho fatto io, questo appello. Vi assicuro che un gesto del genere varrebbe più di qualsiasi sciopero.