Quella dell’opera d’arte pubblica Fantasia in piazza di Leonardo Crudi, realizzata poche settimane fa in piazza dell’Immacolata nel quartiere san Lorenzo a Roma, è una storia urbana bella e colorata, fatta di persone, di partecipazione e dialogo, di bisogno e desiderio di spazi in cui riconoscersi per poterli abitare, di collettività e senso di comunità, di sperimentazione e arte.
L’operazione è stata promossa dal Municipio Roma II e curata dalla rete di associazioni Libera Repubblica di san Lorenzo, vincitrice dell’Avviso Pubblico Lazio Streat Art, bandito dalla Regione Lazio con l’obiettivo di sostenere progetti di arte urbana.

Foto Alessandro Vitali

Un intervento che, attraverso una serie di azioni lanciate come piccoli semi di pratiche civiche, ridisegna lo spazio pubblico e trasforma il suo potenziale a misura dei suoi abitanti, mostrandoci quanto sia importante oggi adottare strategie urbane alternative alle prassi comuni d’intervento sulla città, e quanto possa essere efficace e fruttuoso il dialogo tra i cittadini e l’attore pubblico. La complessa natura delle problematiche della città contemporanea fa sì che le misure delle azioni da intraprendere siano ricercate spesso e volentieri al di fuori delle discipline e degli strumenti tradizionalmente usati per intervenire sul territorio; nelle forme dell’arte e della creatività, per esempio. Grazie al suo essere flessibile, l’arte rappresenta di per sé una leva di negoziazione e innovazione, ancora più potente se si fa interprete dei bisogni e dei desideri di una comunità di persone di riferimento. Inoltre, la richiesta sempre più importante da parte dei cittadini di poter accedere a spazi più vivibili e pubblici, e di poter partecipare nelle operazioni di trasformazione urbana, trova oggi risposte dai toni più diversi, che definiscono processi, più che progetti definitivi.
Infatti, la colorata opera di street art di Crudi non è che l’esito di una tappa del lungo processo di sperimentazione di un’idea diversa di città, percorso dall’associazione Libera Repubblica di san Lorenzo nel corso degli anni; «rappresenta un’azione partecipata e collettiva, che ha coinvolto i cittadini dalle prime fasi creative d’ideazione fino alla sua completa realizzazione, ripensando la piazza, non come luogo isolato ma come elemento urbano inserito in un più ampio progetto di restituzione del quartiere ai suoi abitanti», spiegano Miranda Apruzzese e Emilia Giorgi, attiviste della Libera Repubblica di san Lorenzo.

L’opera, con i suoi disegni geometrici dai colori vivaci, costruisce percorsi ludici e giochi cromatici, che richiamano l’attenzione dei passanti e dei bambini invitandoli a interagire e abitare lo spazio, in modo da sollecitare al cambiamento d’uso anche le aree adiacenti alla piazza, in questo momento storico in cui di spazi aperti vivibili c’è sempre più bisogno.
Realizzato nell’ambito del cosiddetto «urbanismo tattico», l’intervento ci dimostra come un’opera d’arte pubblica orizzontale, promossa dai cittadini, possa diventare un dispositivo dinamico per trasformare, anche solo in modo temporaneo, lo spazio pubblico definendo nuove funzioni e riappropriandosi del suo valore d’uso. Nonostante siano spesso utilizzate nelle cosiddette forme di intervento “dall’alto”, rasserena lo spirito vedere come le pratiche «tattiche» possano ancora essere uno strumento di azione civica «dal basso», assumendo per «tattica» il significato che Michel De Certeau gli conferisce nel suo trattato L’invenzione del quotidiano, e cioè «rendere più forte il discorso più debole», sottolineando come lo spazio pubblico sia un diritto e non un privilegio. Perché nei nostri spazi pubblici sono codificati i valori democratici della nostra società, ed è proprio perché sono di proprietà collettiva che ci aspettiamo che siano liberi, aperti e disponibili quando ne abbiamo bisogno, qualunque “noi” potremmo essere.
E oggi, ancora di più, dobbiamo considerare lo spazio pubblico delle nostre città come quella risorsa fisica (e ideale) insostituibile, dove negoziamo i nostri interessi comuni, esprimiamo le nostre differenze, celebriamo la nostra creatività e mostriamo anche il nostro dissenso, un luogo aperto e condiviso com’è oggi la piazza dell’Immacolata a san Lorenzo.