La polemica sulle foibe, quest’anno, la innesca Fratelli d’Italia, accusando l’Associazione nazionale partigiani di «sponsorizzare una conferenza negazionista». Siamo a cinque giorni dalla «giornata del ricordo» che dal 2005 è dedicata alle vittime italiane del 1943-45 al confine orientale. Questo in base a una legge votata all’unanimità (esclusi Comunisti italiani e Rifondazione), promossa da un deputato che oggi è vicesegretario del Movimento sovranista di Alemanno e sostenitore di Salvini. Proprio Salvini arriva rapido alle conclusioni della polemica, annunciando che «è necessario rivedere i contributi alle associazioni come l’Anpi che negano le stragi fatte dai comunisti nel dopoguerra».

Non è Salvini a doversi occupare dei contributi all’Anpi. Il ministero dell’interno finanzia ogni anno (e per cifre più sostanziose, in un caso assai più sostanziose) le associazioni delle vittime civili di guerra, dei perseguitati antifascisti e degli ex deportati. L’Anpi riceve i fondi dal ministero della difesa assieme alle altre associazioni combattentistiche. Ma solo a copertura di progetti approvati dal ministero e dalle commissioni di camera e senato: per il 2018 centomila euro. «Non certo per timore delle “minacce” di Matteo Salvini – ha detto ieri la presidente dell’Anpi Carla Nespolo – ma per ribadire chiarezza e obiettività storica, ripeto che le foibe sono state una tragedia nazionale, che copre un amplissimo arco di tempo e va affrontata senza alcuna ambiguità, contestualizzando i fatti. In molte realtà italiane l’Anpi ha collaborato con altre associazioni per ricordare questa pagina tragica della nostra storia. Gradirei molto che chi minaccia di cancellare i contributi alla nostra associazione, abbia la doverosa curiosità di andare a leggere i documenti ufficiali da noi prodotti sul tema».

Il convegno messo all’indica da Fratelli d’Italia – che annuncia l’intenzione di incalzare Salvini fino a quando non definanzierà l’Anpi – si svolge domenica prossima a Parma, come negli ultimi 14 anni. Il titolo è sempre lo stesso: «Fascismo e Foibe», organizza un comitati cittadino antifascista. L’Anpi di Parma firma la convocazione ma – racconta il presidente Aldo Montermini – «non sponsorizza bensì partecipa in piena autonomia, portando le posizioni del comitato nazionale dell’associazione. Non siamo affatto negazionisti, non abbiamo mai negato il fatto storico delle foibe. Essendo un’associazione seria intendiamo contestualizzare gli eventi». Sul manifesto di quest’anno si preannuncia però la proiezione di un video della storica Alessandra Kersevan dal titolo «la foiba di Basovizza: un falso storico». Malgrado non sia stato mai possibile ricostruire il numero degli infoibati (le cifre variano da zero a 2.500), dal 1992 Basovizza è monumento nazionale, Salvini domenica andrà a visitarla. «Mi fa schifo chi nega lo sterminio di migliaia di italiani da parte dei comunisti», ha detto ancora il ministro. Senza nemmeno esagerare troppo sul numero dei morti, visto che in questi anni c’è stato pure chi ha ritenuto utile gonfiarlo a dismisura rispetto a quanto attestato dalle ricerche storiche.

Nel frattempo Fratelli d’Italia e il senatore di Forza Italia Gasparri si contendono il merito della trasmissione su Raitre – venerdì prossimo in prima serata – del film Red Land-Rosso Istria dal dichiarato intento nazionalista. «Norma Cossetto: un caso tutt’altro che chiaro» è invece il titolo di un altro video che sarà proiettato nella conferenza parmigiana dello scandalo, riferito allo stesso episodio al centro del film. «Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba» recita la motivazione con la quale il presidente Ciampi le ha assegnato la medaglia d’oro alla memoria.

Giorni fa, l’Anpi nazionale era già dovuta intervenire per prendere le distanze da un post della sezione di Rovigo in cui di definiva «vergognosa fandonia» la storia della foiba di Basovizza. Ieri Carla Nespolo ha detto che sia quella frase sia l’iniziativa di Parma «non sono condivisibili e offrono uno straordinario pretesto di polemica a chi è molto più amico di CasaPound che dell’Anpi». Ed è appunto intervenuto il segretario di CasaPound Di Stefano, per chiedere a Salvini di togliere veramente i finanziamenti all’Anpi. Anche se, si è cautelato, «ognuno è libero di dire le idiozie che vuole».