>«Non passerà mai e non è nel contratto di governo»: il vicepremier Matteo Salvini ieri ha confermato il no netto della Lega alla proposta di legge dell’M5S sulla cannabis. «C’è qualche parlamentare che si preoccupa di legalizzare le canne – ha ribadito via social Salvini – ma non è una priorità del paese». E ancora: «Se dobbiamo sconfiggere davvero la criminalità togliamo dalle strade la prostituzione a cielo aperto. Pensiamo a questo piuttosto che a legalizzare le canne».

È una levata di scudi di tutto il Carroccio, cominciata con il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, e proseguita prima con Salvini e poi con il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che ieri ha commentato: «Tutte le volte che esco dal contratto di governo si alza il collega dei 5S e dice ’non è nel contratto’. E quindi io quello che dirò ai colleghi è ’non è nel contratto’, facciano un governo con qualcun altro».

Il pentastellato Matteo Mantero, partendo dal lavoro fatto nella scorsa legislatura dall’intergruppo parlamentare, ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati. Ieri Mantero ha ribadito: «Esiste il contratto di governo ma anche la Costituzione, che dà al Parlamento la centralità del potere legislativo. Su questi temi il governo dovrebbe farsi da parte, senza mettere in forse la maggioranza, e lasciare che il Parlamento faccia il suo percorso con maggioranze anche trasversali. Magari con possibili contributi anche da parte della Lega, dove non credo che tutti si oppongano in modo pregiudiziale. La Direzione distrettuale antimafia – conclude Mantero – dice che il contrasto alle droghe leggere è inefficace e che la legalizzazione infliggerebbe un colpo alla criminalità».