La difesa della famiglia tradizionale, «quella fatta da una mamma e da un papà», che contrappone alle famiglie omogenitoriali. E poi, visto che c’era, anche un attacco all’islam italiano al quale aggiunge un presunto allarme su terroristi che potrebbero arrivare sui barconi dei migranti, ma dei quali – fatta eccezione per un caso – fortunatamente finora non si è avuta traccia.
Mancano pochi giorni a Ferragosto e Matteo Salvini non perde l’occasione per rilanciare alcuni dei temi forti della sua infinita campagna elettorale. Mischiando argomenti che nulla c’entrano uno con l’altro, ma poco importa pur di accumulare consensi.

Il ministro leghista dell’Interno questa volta approfitta di un’intervista rilasciata alla testata cattolica «La nuova bussola quotidiana» per tornare a parlare di famiglia. Il pretesto è offerto dalla modulistica necessaria per la carta d’identità elettronica. «La settimana scorsa mi hanno segnalato che sul sito del ministero dell’Interno, sui moduli per la carta d’identità elettronica c’erano ’Genitore 1’ e ’Genitore 2’ – ha detto -. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la dizione ’madre’ e ’padre’. E’ una piccola cosa, un piccolo segnale, però è certo che farò tutto quello che è possibile al ministro dell’Interno e che comunque è previsto dalla Costituzione. Utero in affitto e orrori simili assolutamente no», conclude.

In realtà le cose stanno in maniera un po’ diversa da come le descrive il ministro. La dizione usata sui moduli non è ’Genitore 1’ e ’Genitore 2’ – termini utilizzati in passato da alcune amministrazioni per non discriminare le famiglie omosessuali con due padri o due madri -, bensì moto più semplicemente ’1° Genitore’ e ’2° Genitore’, dicitura simile ma profondamente diversa nel significato.

Comunque sia sul sito del ministero la modifica viene fatta prontamente, senza però scrivere ’madre’ e ’padre’, come chiesto da Salvini, bensì semplicemente ’Genitore’. La stessa definizione che del resto è già presente nell’ultima pagina delle carte di identità cartacee, là dove è indicato se il documento del minore è valido oppure no per l’espatrio.

Salvini potrebbe fermarsi qui, ma consapevole di parlare a un elettorato cattolico, va oltre. E annuncia provvedimenti per impedire la registrazione in Italia dei bambini nati all’estero grazie alla Gestazione per altri (Gpa) e dei matrimoni gay celebrati in Paesi in cui sono legali. «Ci stiamo lavorando», annuncia. «Ho chiesto un parere all’Avvocatura di Stato, ho dato indicazioni ai prefetti di ricorrere. L’obiettivo che mi propongo da qui a fine governo è di introdurre è introdurre il concetto di quoziente familiare, in modo da premiare la natalità e la scommessa sul futuro».

«La famiglia, la nostra priorità. Grazie Matteo Salvini», scrive su Facebook Lorenzo Fontana. Ma a parte quello del ministro della Famiglia e di qualche altra scontata voce del centrodestra, i commenti alle parole del titolare del Viminale sono per lo più critici e preoccupati. Così la leader della Cisl-scuola, Maddalena Gissi, parla di «schizofrenia» e chiede di no toccare al modulistica mentre il collega della Flc-Cgil Francesco Sinopolisi dice convinto che «la Miur abbiamo cose più serie di cui occuparsi ed eviteranno di commettere una stupidaggine come questa». Il deputato di LeU Roberto Speranza chiede invece al ministro dell’Interno di «occuparsi della sicurezza delle nostre città anziché tentare di riportare al Medioevo questo paese».

E’ dai diretti interessati, però, che arrivano le reazioni più preoccupate. «Salvini continua a fare propaganda sulla pelle dei nostri figli», commenta Marilena Grassadonia, presidente delle famiglie Arcobaleno. «Nei documenti si risponde a una realtà giuridica fotografata da sentenze a cui le varie Questure si stanno uniformando». Analoghe le parole del portavoce di Gay Center Fabrizio Marrazzo, per il quale la scelta di sostituire la diciture «Genitori» con «padre« e «madre», «va nella direzione di discriminare i bambini delle famiglie lesbiche e gay, togliendo loro il diritto di avere i documenti che gli spettano per legge».

Infine l’Islam italiano. Sempre con «La nuova bussola quotidiana» Salvini si dice convinto che «la difesa dei nostri valori e della nostra identità passa attraverso il controllo della presenza islamica e delle organizzazioni islamiche in Italia». «Essendo papà – ha proseguito – ho conosciuto situazioni scolastiche d mamme a cui viene impedito di imparare l’italiano, viene impedito di lavorare: di bambine a cui a cui è impedito di fare ginnastica coi maschietti o di andare a feste di compleanno con i maschietti. Un certo tipo di islam purtroppo si autoghettizza ed è incompatibile con la nostra società» è la conclusione del ministro che si è detto favorevole alla creazione di una consulta italiana per l’islam.