I tifosi del Varase aderenti al gruppo di estrema destra Blood and Honour, la curva Nord dell’Inter, gli Irriducibili della Lazio ieri hanno reso omaggio a Daniele Belardinelli, morto a Milano mercoledì, durante l’agguanto ai tifosi napoletani in trasferta per il match degli azzurri con l’Inter. Quattro i feriti tra i partenopei. Magari qualche rappresentante dei tre gruppi potrà partecipare all’incontro che il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sta organizzando al Viminale per il 7 gennaio con società sportive, arbitri, calciatori, allenatori, giornalisti e «tifoserie organizzate riconosciute, pulite». Va detto che il leader leghista non si era accorto della fedina penale di Luca Lucci, capo ultrà del Milan appena scarcerato per traffico di droga, con cui si è intrattenuto a metà mese per i 50 anni della Curva Sud rossonera. I tifosi saranno selezionati direttamente dalle società. Il modello è quello inglese, con maggiori competenze agli steward, che potrebbero essere impiegati anche fuori dagli stadi per il prefiltraggio.

Qualche società potrà indicare degli ultras ma, si apprende dal Viminale, sarebbero gli stessi club ad assumersi eventuali responsabilità. Non si esclude che le società possano cedere la vendita di quote di biglietti proprio ai supporter, come in Germania. Così, viene spiegato, i tifosi si sentirebbero coinvolti in caso di sanzioni disciplinari di tipo economico. Potrebbero persino avere rappresentanti all’interno del direttivo delle società. Una mano a costruire questo nuovo modello la darà il sottosegretario alla presidenza, con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti. Si cita Inghilterra e Germania ma si omette di sottolineare i rapporti tra tifoserie, club e clan mafiosi che hanno riempito molte inchieste sul calcio, anzi sembra proprio favorire questo tipo di rapporti.

Salvini, intanto, è impegnato da giorni a stemperare la gravità di quanto successo e le colpe delle tifoserie: «Se mancasse qualcuno al tavolo sarebbe inutile. Invito tutti a non confondere pochi delinquenti con milioni di tifosi». Poi il capolavoro: «’Vesuvio lavali col fuoco’ – ha spiegato il leader leghista, che era solito intonare l’inno antimeridionale – vale ‘Milano in fiamme’, bisogna essere attenti su tutto». E su i «buuu» al difensore del Napoli, Kalidu Koulibaly: «Ci sono anche giocatori bianchi che vengono fischiati e oggetti di cori. Non metterei tutto nello stesso calderone». Quindi il gran finale negazionista: «Finché gli sfottò restano nei 90 minuti con goliardia fanno il bene del calcio».

Con queste premesse, ovvio che Salvini si sia schierato non solo contro chi chiedeva la sospensione di Inter-Napoli ma anche contro la chiusura degli stadi e il blocco delle trasferte per i tifosi: «È la risposta sbagliata». La soluzione per Salvini c’è: «Le partite a rischio si devono giocare alla luce del sole e con elicotteri che possano controllare i delinquenti. Rigorosi nell’applicare la legge e i regolamenti, chi sbaglia non dovrebbe mettere più piede allo stadio. Il calcio è un problema ma Isis, camorra, ‘ndrangheta e mafia meritano qualche attenzione in più».

Intanto dalla Uefa arrivano critiche alla gestione di Inter-Napoli: «Siamo preoccupati per questo inaccettabile incidente razzista e da quello che sembra un mancato rispetto del protocollo antirazzismo». Si fa sentire via twitter l’ex premier, Paolo Gentiloni: «Ora tutti a condannare le bande di ultras. I loro cori razzisti, le aggressioni, la violenza contro le forze dell’ordine. Peccato che il ministro dell’Interno era andato a omaggiarli, questi ultras, appena dieci giorni fa». Persino da Forza Italia si fanno sentire: «È inconcepibile che il ministro dell’Interno derubrichi a semplici sfottò i buuu rivolti a Koulibaly e gli incitamenti alle eruzioni del Vesuvio. In Inghilterra un solo tifoso che aveva rivolto un buuu al calciatore Sterling è stato daspato a vita», scrive in una nota la deputata forzista Jole Santelli.

Il premier Giuseppe Conte, come sempre, sfodera la diplomazia: «Sono rimasto molto costernato di scoprire che una manifestazione sportiva diventa occasione per scontri, aggressioni incivili e addirittura c’è scappato il morto. E ritengo molti gravi i cori razzisti. Sulla sospensione per far cessare i cori razzisti, la mia posizione sarebbe stata senz’altro quella di dare un segnale forte e ho visto che anche Giorgetti ha espresso una pari sensibilità. Ma lascio alle autorità competenti la valutazione. Non ho studiato il dossier».