«Quando andremo al governo daremo mano libera alla polizia e ai carabinieri per ripulire le città e difendere le nostre donne». È vero, l’anno scorso «fece scandalo» l’annuncio di Matteo Salvini al comizio di Ponte di Legno della Lega Nord, «ma lo voglio ripetere identico»: quest’anno nessuno scandalo e ci sarà una ragione. Al tradizionale appuntamento di Ferragosto il leader leghista non si è posto limiti nello sfondamento a destra, ha citato D’Annunzio – «me ne strafotto» – sfidando un’ovviamente impossibile a «condanna per apologia», ha difeso «gli abitanti di Predappio» dalla inesistente minaccia della presidente della camera Boldrini di «sostanzialmente abbattere il paese». E non ha dimenticato i nostalgici doc, blanditi a colpi di fake news: «Una legge proposta dal Pd prevede 12 mesi di galera per chi viene trovato in possesso di un pericolosissimo accendino con la faccia di Mussolini, è una legge da cretini».
Piatto forte del comiziaccio nel palasport ovviamente l’immigrazione, partendo da una non smentibile constatazione: «Le nostre posizioni che erano considerate razziste fino a poco tempo fa ora sono condivise, adesso si sono accorti che bisogna bloccare le Ong, la coerenza paga ma l’originale è sempre meglio». Eppure questo involontario omaggio al governo del ministro Minniti non impedisce a Salvini di prospettare il solito scenario da incubo: «Se alla prossime elezioni vince la sinistra darà la cittadinanza, la casa e il diritto di voto a tutti gli immigrati, saremo noi a dover prendere il barcone per il Marocco».
Da qui la dichiarata intenzione di vincere le prossime elezioni a tutti i costi. «È l’ultima volta che voglio essere a Ponte di Legno con una Lega all’opposizione». Eloquente il colpo d’occhio nel palazzetto, con i militanti accessoriati di cartello con la scritta «Salvini premier» stile campagna presidenziale Usa. Inevitabile l’alleanza con Berlusconi: «Abbiamo il dovere di restare uniti», anche se non «con un listone». Del resto con queste leggi elettorali al senato c’è la coalizione e alla camera il premio di maggioranza e in ogni caso irraggiungibile. Per la sfida interna Salvini ricorda a Berlusconi: «Chi prende un voto in più è il leader del centrodestra». Dal quale esclude «Alfano, Casini e tutti i poltronari». red. pol.