Forte di un consenso quasi raddoppiato (secondo i sondaggi) da quando è al governo, Matteo Salvini vuole passare all’incasso. Vincerle tutte, lasciando agli alleati pentastellati solo vittorie di Pirro. E, così, anche sulla Torino-Lione, alla faccia del «lapidario» contratto gialloverde, rilancia: «Va completata, serve all’Italia». Svela, poi, di essere in possesso di «una serie di dati» che gli sono stati «forniti da tecnici».

Altri dati rispetto a quelli forniti dalla Commissione ufficialmente incaricata dal ministero dei Trasporti di realizzare l’analisi costi-benefici, che, nonostante manchi ancora l’ufficialità, avrebbe bocciato il Tav da un punto di vista matematico-economico. Quella di Salvini è un’indagine informale e parallela per, probabilmente, mettere alle strette un alleato sempre più in difficoltà.

A tentare di uscire dall’angolo, ci ha provato, ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, a margine della commemorazione delle vittime della tragedia ferroviaria di Pioltello (Milano). Si è rivolto così a Salvini: «La più grande opera in questo Paese è evitare che ci siano altri morti di Stato per incidenti conseguenti alla cattiva manutenzione, mi avrebbe fatto molto piacere vedere Matteo Salvini qui con me a ricordare tre morti di Stato».

Si tratta di scambi di battute roboanti ma senza una pezza d’appoggio, in attesa della pubblicazione dell’analisi della Commissione che, come anticipato da Toninelli, dovrebbe essere resa pubblica a fine gennaio, completa di aspetti sia tecnici che giuridici. E, proprio la settimana prossima, Salvini sarà a Chiomonte, Valsusa, dove ha sede il cantiere del tunnel geognostico: «Sarò al fianco delle forze dell’ordine, a ribadire che i numeri in mio possesso mi dicono che l’opera va completata, sono maggiori i costi nel sospenderla che a ultimarla». I prossimi saranno giorni difficili per l’esecutivo gialloverde: «Io ho dei numeri forniti da alcuni tecnici, mi aspetto di leggere quelli della Commissione. Ho parlato con alcuni esperti del settore, penso di poterlo fare senza che qualcuno mi indaghi», ha affermato Salvini.

Toninelli non vuole accelerare il percorso prestabilito. La Torino-Lione «è sottoposta a un accordo internazionale con la Francia e prima di rendere pubblica l’analisi io e i miei tecnici andremo a Bruxelles per parlare con la responsabile dei Trasporti e con la ministra francese ai Trasporti».

Accantona, per il momento, l’ipotesi referendum. «Stiamo facendo l’analisi costi benefici per evitare che vengano sprecati soldi, del referendum si parlerà esclusivamente dopo l’analisi». Il riferimento è alle insistenze referendarie del leader del Carroccio a cui risponde anche il consigliere regionale M5S e candidato a presidente del Piemonte Giorgio Bertola: «Ancora una volta lo strumento del referendum viene tirato fuori dal cilindro a seconda della convenienza. Fino a qualche anno fa nessuno si azzardava a parlarne a proposito di Tav, ora si riscopre la democrazia diretta per decenni ignorata nei territori interessati dall’opera. Ricordo a Salvini che sul contratto di governo, alla voce Tav, c’è scritto ben altro: l’avvio di una analisi costi-benefici. È necessario quindi attendere i risultati della valutazione, dopodiché leggerli con la dovuta attenzione».

Quel giorno si avvicina e la tensione tra i due alleati cresce. E aumenta l’ansia per i Cinque Stelle che, dal Tap al Terzo Valico, hanno convertito i «No» pronunciati in campagna elettorale in «via libera» governativi.