Alla fine il commissario in Lombardia è arrivato, ma non è quello mandato dal Governo per sistemare la sanità. È Matteo Salvini, il capo della Lega che da giorni è diventato anche il capo della giunta lombarda. Salvini ha imposto al presidente lombardo Fontana la sostituzione dell’assessore al Welfare Giulio Gallera da mesi nel mirino dei consiglieri e dei sindaci leghisti, ma sempre salvato da Fontana per mantenere gli equilibri politici della giunta.

DA DOMENICA SERA Fontana e Gallera sono in silenzio, parla per tutti Salvini. «Entro qualche ora o al massimo qualche giorno avrete una squadra di eccellenza. Si va verso una Lombardia che corre, non do giudizi sui singoli. Come Lega porteremo in Regione Lombardia qualcuno che ha ricoperto incarichi di Governo nei mesi scorsi». Si tratterebbe di Alessandra Locatelli, già ministra per la famiglia e le disabilità nel primo Governo Conte, e di un secondo nome.

L’assessorato ormai ex di Gallera potrebbe essere diviso in due: Welfare e Sanità. Del Welfare potrebbe occuparsi Letizia Moratti, l’ex sindaca di Milano tornata alla ribalta delle cronache con la docuserie Netflix su San Patrignano e sponsorizzata da Silvio Berlusconi. Un’ipotesi piuttosto incredibile ma che ha preso quota col passare delle ore.

Alla Sanità potrebbe andare una figura tecnica, un medico. Si era fatto il nome del primario di pediatria dell’ospedale Buzzi di Milano e preside della facoltà di Medicina della Statale Gian Vincenzo Zuccotti ma le sue quotazioni sono scese nel pomeriggio di ieri. Il problema di Salvini è che la Lombardia deve davvero correre sui vaccini perché il confronto impietoso con le altre regioni fa perdere consenso e credibilità alla Lega. Anche i suoi elettori ben capiscono che se le altre regioni vaccinano e la Lombardia no, il problema non è nel governo romano ma in quello lombardo.

LA CAMPAGNA di vaccinazione è partita in ritardo e male. Il problema principale da alcune segnalazioni che abbiamo raccolto sembra essere organizzativo e all’apparenza banale: le dosi ci sono, le persone che hanno dato la loro disponibilità ad essere vaccinate anche, ma il meccanismo si inceppa nel contattarle. Da un ospedale del varesotto di competenza della Asst sette laghi raccontano che potrebbero vaccinare 102 persone al giorno ma lunedì sono state fatte solo 33 vaccinazioni, martedì ancora meno. «Le persone ci sono ma non vengono chiamate».

A Milano, nell’ospedale costruito alla Fiera, un operatore racconta di non essere ancora stato contattato dal Policlinico che gestisce il personale distaccato, neanche per la pre-adesione alla campagna di vaccinazione nonostante sia a contatto tutti i giorni con pazienti in rianimazione Covid. È anche questa l’organizzazione della macchina sanitaria lombarda guidata dalla Lega che Salvini dice di voler far correre. Dalle opposizioni Pd e 5 Stelle chiedono le dimissioni sia di Fontana che di Gallera. «I Lombardi non meritano Fontana e Gallera» ha detto il viceministro 5 Stelle Stefano Buffagni. Fa un passo oltre il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, Pd, che evoca il commissariamento della giunta lombarda: «Se non è in grado di attuare la vaccinazione, è giusto che subentri lo Stato esercitando i poteri sostitutivi». Per il senatore eletto con Leu Francesco Laforgia «se si dimette Gallera deve dimettersi anche Fontana. Hanno gestito insieme, in modo disastroso, la prima ondata. Insieme hanno gestito in modo pessimo la fase successiva. Ha fallito Gallera. Ha fallito Fontana. Ha fallito la Lega».

Sulla stessa linea il consigliere regionale Pd Pietro Bussolati: «Salvini chiedendo le dimissioni di Gallera e annunciando rimpasti ha certificato il fallimento di tutta la giunta e del suo partito. Fontana dovrebbe prenderne atto e dimettersi».

INTANTO IL MISTERO dei ragazzi vaccinati nella fascia d’età 16-19 anni (a ieri erano 58), un numero molto alto rispetto alla media delle altre regioni, trova una prima risposta geografia dagli open data del gruppo di lavoro “Ondata” secondo cui 50 sono stati vaccinati all’ospedale di Mantova, 7 al presidio ospedaliero di Chiari 1 e all’ospedale Niguarda di Milano.