«Chiedete a Saviano, a Boldrini, ai campioni dell’immigrazione fuori controllo»: il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentava così ieri la notizia dell’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano. E ancora: «Vado avanti chiudendo i porti, facendo risparmiare agli italiani e agli immigrati perbene soldi e tempo».

SONO LE 9 DI MATTINA e il leader leghista piomba nel rione napoletano del Vasto, alle 11 c’è il Comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura dedicato alla baby criminalità e ai clan, ma prima il ministro si concede una passeggiata nella parrocchia del Buon consiglio in via Milano. Dei tanti quartieri difficili, ha scelto quello dove stanno fiorendo sedi di FdI e Noi con Salvini, dove il Comitato Vasto da due anni organizza la rivolta dei residenti contro i migranti, un problema talmente grande da non lasciare al comitato il tempo di denunciare i clan che impongono lo spaccio, il pizzo e il commercio di merce contraffatta.

La zona insomma è propizia per applausi, cori («Matteo aiutaci!») e persino selfie con i migranti. Il ministro si affaccia dal balcone della parrocchia e poi promette: «Mi impegno a portare cento uomini delle forze dell’ordine a Napoli per controllare via per via, palazzo per palazzo. Al Vasto siamo già scesi da mille a 600 richiedenti asilo, l’obiettivo è arrivare a zero irregolari. Tornerò quando avrò riportato un po’ di ordine aumentando i controlli, gli allontanamenti, sgomberando le case occupate».

SE AL VASTO SONO STATI concentrati 950 migranti nei Cas, il 75% del totale in città, è perché la prefettura, che dipende dal Viminale, ha autorizzato la loro apertura in grandi alberghi riconvertiti, un affare più volte denunciato dagli stessi migranti. «Salvini è venuto nella stessa strada dove ad agosto due ragazzi bianchi hanno sparato senza motivo a un ragazzo senegalese e non ha detto una parola – racconta Ahmed, del Movimento migranti e rifugiati, che vive in zona -.

Il suo decreto è un regalo alle mafie: distrugge il modello Spar per favorire le speculazioni dei Cas, crea un esercito di irregolari pronti per essere sfruttati. Vuole più sicurezza? Si impegni per diritti, lavoro e sanità per tutti». Giulio Riccio lavora alla Les, che gestisce uno Sprar al Vasto: «Le pratiche per le regolarizzazioni stanno subendo nuovi ritardi e crescono gli abusi. Aumenteranno i senza fissa dimora stranieri in virtù di norme incostituzionali».

A via Toledo, intanto, c’erano gli attivisti partenopei. Lunedì sera sono stati affissi nel centro storico i manifesti con il coro intonato a Pontida nel 2009: «Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani», in basso la firma «Napoli non dimentica». In strada ieri i cartelli erano per Mimmo Lucano e contro il governo («Lega ladrona, dove sono i 49 milioni») mentre i migranti intonavano «Tout le monde odia Salvinì». Almeno in 500 hanno cercato di raggiungere la prefettura infilandosi nei vicoli dei Quartieri spagnoli per aggirare lo spiegamento di poliziotti e camionette, ma le forze dell’ordine hanno reso l’area inespugnabile. Si sono comunque avvicinati dal lato di Chiaia per intonare «Mariuo’» (ladro ndr) all’indirizzo di Salvini con tanto di lancio di monetine in stile Craxi.

AL TERMINE DEL COMITATO, il leader leghista fa il punto: «Su 538 richieste di asilo esaminate negli ultimi due mesi quelle accolte sono 8. Vuol dire che veniva dato vitto e alloggio a un esercito che la guerra ce la portava a Napoli. Con l’operazione Scuole sicure ci sono 250mila euro per videosorveglianza e polizia. Cancelleremo la camorra, ai genitori di ragazzi che spacciano va tolta la potestà sui figli». Sugli sgomberi: «Ho detto al sindaco di indicarmi un quartiere e da lì si parte con la bonifica». E sui rom: «Spero di arrivare a zero campi». Il sindaco Luigi de Magistris attacca Salvini: «Ha alimentato il conflitto tra poveri. Ho chiesto più forze dell’ordine, di liberarci dalle gabbie normative per assumere poliziotti municipali, maestre ed educatori. Non abbiamo avuto risposte ma ascolto». La replica: «Al tavolo dice una cosa e poi ne dichiara un’altra. Inserirò le sue richieste nel decreto sicurezza»