La calata di Matteo Salvini su Cosenza scatena la protesta della città creativa, ribelle e antirazzista. Il leader della Lega sarà oggi 24 settembre nel capoluogo bruzio per inaugurare una sede elettorale in vista delle regionali che si terranno a breve in Calabria.

La sua visita è molto attesa dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto di Forza Italia, che ardentemente spera nella benedizione leghista per la sua autocandidatura a governatore della regione, già da tempo formalizzata e sostenuta anche da Udc, Cdu e movimenti civici. Sul nominativo di Occhiuto candidato unitario del centrodestra si attende solo il via libera della Lega, che dovrebbe arrivare proprio a Cosenza.

Suona come una provocazione l’inedita apparizione salviniana in una città dalle forti radici socialiste e democratiche. Come già accaduto altrove, striscioni e cartelli contro la Lega stanno apparendo un po’ ovunque. Non essendone più a capo, Salvini non può mandare la digos a rimuoverli.

Tra i più incisivi, quello che il parroco della chiesa di Sant’Aniello, Don Salvatore Fuscaldo, ha srotolato dal campanile della sua chiesa, citando il vangelo di Matteo: «Ero straniero e mi avete accolto». Chiarissimo anche il monito del gruppo ultrà del centro storico, il quartiere in cui il leader leghista dovrebbe parlare: «Salvini, Cosenza Vecchia non ti vuole».

Ieri mattina il questore Giovanna Petrocca, prevedendo un’ampia mobilitazione anti-Salvini, ha vietato ai manifestanti il concentramento nella piazza del municipio e l’attraversamento in corteo delle strade adiacenti al raduno leghista. Ma i promotori della protesta hanno ribadito che il ritrovo è confermato per le 17 in piazza dei Bruzi.

Numerosi i gesti di spontanea protesta. Sabato scorso, nei pressi di un banchetto leghista, Vittoria, una giovane militante del collettivo femminista Fem.In., ha stracciato una locandina che ritraeva il segretario della Lega, sotto gli occhi degli attivisti salviniani.

«Il mio gesto è stato istintivo, perché, – ha spiegato Vittoria – in quel momento, nella mia mente, avevo soltanto l’immagine nitida dei miei coraggiosi/e conterranei/e. Giovani e meno giovani obbligati/e ad iscriversi ai concorsi pubblici fuori dalla Calabria, perché tanto qui al Sud non esistono possibilità e troppo spesso raccontati/e come parassiti/e e che invece nella realtà mantengono l’economia del nord con enormi sacrifici e rinunce. Avevo in testa le migliaia di persone costrette a macinare centinaia di chilometri per usufruire del Sistema Sanitario del nord».

In piazza oggi ci sarà anche il poeta vernacolare Sergio «Canaletta» Crocco, che così s’è rivolto ai conterranei salviniani: «Meridionale caro ed indifeso, che adesso condividi contro i rom, te lo ricordi che venivi offeso, dal sito della Lega punto com? Te lo ricordi quando al settentrione, scrivevano 300 volte al mese che il vero sacrilegio, il problemone, era il docente scuro e calabrese? Te lo ricordi o te lo sei scordato quando il Salvini assieme alla sua gente con la maglietta verde pisellato cantava di sud nero e puzzolente?».