Gli allarmi vanno e vengono, pure l’attenzione mediatica, chi rimane è, invece, il problema delle scorie di cui Saluggia non si libera. In questo paese della pianura vercellese sulla sponda della Dora Baltea, in una zona assolutamente inidonea, giace l’85% dei rifiuti radioattivi italiani, anche i più pericolosi, quelli in forma liquida. Dalla scorsa estate la capogruppo d’opposizione, Paola Olivero (Pd), chiede attenzione per una delle due vasche a cielo aperto Wp719. Cosa contiene? Dovrebbe raccogliere le acque generalmente poco contaminate, «ma indagini confermate dal ministero dello Sviluppo Economico descrivono una radioattività anomala e la presenza del radionuclide Americio-241, non poco pericoloso». Qual è lo stato della vasca? «È satura, in funzione da 50 anni; si trova a pochi metri dai pozzi dell’Acquedotto del Monferrato».

Ora, nel corso di un’informativa inviata alla Prefettura, la Sogin (la società di Stato incaricata della bonifica ambientale dei siti nucleari) ha comunicato che «nel corso di lavori preparatori per la copertura delle vasche di stoccaggio dell’impianto Eurex è stata riscontrata, alla profondità di circa 50 cm, una limitata contaminazione del terreno circostante». La Sogin tranquillizza: «Nessuna conseguenza per ambiente e popolazione».

Rassicurazione che non tranquillizzano: «Continuano a costruire il deposito D2 e si preparano a fare il D3, ma non riescono nemmeno a dirci le condizioni della vasca, si dimostrano inaffidabili. Sembra – accusa Olivero – che conti più il cemento che le procedure di sicurezza. Dovrebbero fermare i cantieri». Anche Gian Piero Godio, Legambiente, storico antinuclearista, lamenta una situazione fuori controllo: «Hanno atteso a intervenire nei confronti dei problemi della vasca, dove, tra l’altro, non doveva esserci un elemento radioattivo come l’Americio». Non è la prima volta che negli impianti di Saluggia si verifica una perdita, a metà del decennio scorso fu scoperto un rilascio di acqua contaminata dall’intercapedine della piscina dell’impianto Eurex. I parlamentari di Sel, Fabio Lavagno e Loredana De Petris, si sono rivolti al ministro dell’Ambiente: «Intervenga nei confronti di Sogin affinché vengano resi pubblici i dati completi e certificati sulla situazione della vasca di stoccaggio Wp719 e avvii un urgente monitoraggio». Intanto, dovrebbero partire a breve i lavori del Cemex, l’impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive. L’unica buona notizia.