Nuovo capitolo per la saga che vede il ricercato numero uno degli attentati di Parigi del 13 novembre tutt’ora in fuga. Salah Abdeslam, unico sopravvissuto del commando di terroristi entrato in azione nella capitale francese, avrebbe preso contatto con un avvocato. La domanda che ora tutti si pongono è se Salah Abdeslam, passaporto francese ma nato e cresciuto a Bruxelles, sia sul punto di costituirsi.

Identificato, intanto, dalle forze di polizia francesi anche l’uomo che si è fatto esplodere durante l’assalto di Saint Denis, periferia a nord di Parigi, il 18 novembre scorso. I resti del corpo apparterrebbero a Chakib Akrouh, un giovane belga-marocchino di 25 anni, il quale secondo le autorità francese avrebbe preso parte agli assalti ai café e ai ristoranti del decimo arrondissement la notte del 13 novembre, quando invece a farsi esplodere fu Brahim Abdeslam, fratello di Salah, senza però provocare vittime.

Le indiscrezioni sulla notizia che vede Salah rivolgersi ad un avvocato sono dell’agenzia stampa del Belgio (Belga). Si tratterebbe Sven Mary, avvocato di 43 anni, il quale già a fine dicembre aveva pubblicamente annunciato la volontà di difendere il sospetto terrorista. «Si tratta solo di voci di corridoio che non vogliamo commentare», ha prontamente risposto la polizia federale in un comunicato. La notizia non è stata però smentita dal legale Sven Mary, al centro delle cronache locali di questi giorni per le forti critiche sul clima di terrore di cui sarebbero responsabili le forze di sicurezza. «Dobbiamo fare attenzione alle azioni arbitrarie e agli abusi del potere permessi nel nome della lotta al terrorismo» aveva dichiarato l’eccentrico avvocato bruxellese alla televisione pubblica Vrt di lingua fiamminga.

Intanto le notizie sulla fuga di Salah, condita da indiscrezioni che hanno imbarazzato le autorità francesi e belghe, emergono con il contagocce. Il presunto terrorista, in fuga da Parigi verso Bruxelles con due presunti complici, sarebbe stato fermato e lasciato andare ben tre volte dalla polizia francese, il giorno successivo gli attentati di Parigi.

Sono di quei giorni le immagini di sorveglianza di una stazione di servizio che mostrano un Salah Abdeslam in fuga ma tranquillo, anche se il suo nominativo faceva già parte di una lista di sospetti radicalizzati e un mandato di arresto internazionale era già stato spiccato contro di lui e di lì a poco sarebbe stato reso pubblico.

Giunto a Bruxelles avrebbe poi trovato riparo in un appartamento di Molenbeek, dal quale sarebbe riuscito a fuggire, sottraendosi all’assalto delle forze speciali belghe, nascosto in un armadio (forse durante un falso trasloco). Una notizia poi smentita dalle autorità belghe, ma che ha comunque fatto il giro del mondo e posto seri interrogativi sull’efficacia dell’azione dei servizi di sicurezza.

Resta alto lo stato d’allerta sul suolo belga, con un livello di minaccia 3 su una scala di 4. Il procuratore federale Frédéric Van Leeuw ha parlato di un rischio attentati per il 15 gennaio, per la ricorrenza dello smantellamento della cellula terroristica di Verviers seguita alla strage nella redazione di Charlie Hebdo. Un’azione condotta dalle forze speciali belghe in cui persero la vita due sospetti terroristi e che ha portato all’arresto di otto persone.