Una amministrazione comunale che sarebbe stata trasformata in apparato clientelare con favori a imprenditori privati con le mani su appalti milionari. A capo del sistema illecito – secondo l’accusa – c’era Giada Gervasi, sindaca di Sabaudia per una lista civica di centrodestra, arrestata assieme ad altre 15 persone in una operazione coordinata dalla procura di Latina. La ricetta sarebbe quella classica della corruzione diffusa in cui un ruolo attivo hanno gli amministratori locali (assessori, dirigenti e consiglieri) pronti ad asservire la funzione per fare ottenere concessioni demaniali o pilotare gare.

L’indagine è iniziata nel novembre 2019 a seguito dell’incendio alla centrale termica dell’Ente Parco Nazionale del Circeo e alle minacce al Comandante della Forestale «Parco di Sabaudia». All’attenzione degli investigatori anche la Coppa del Mondo di canottaggio, che si sarebbe dovuta svolgere a Sabaudia nel 2020: la cricca si sarebbe mossa per fare ottenere a ditte compiacenti affari di circa 1 milioni di euro. Un modus operandi, però, pieno di falle che ha portato a fare naufragare l’evento. Gli indagati arrivano a ringraziare, in alcune agghiaccianti intercettazioni, l’arrivo del coronavirus che ha «coperto» la loro «incapacità gestionale». Ricostruiti 11 episodi di turbativa d’asta, innumerevoli atti falsi e condotte corruttive (in un caso l’oggetto di scambio era una maglia autografata del calciatore Dybala) che sarebbero stati posti in essere dal sindaco e da amministratori.

Tutte le 45 attività balneari presenti sul lido avrebbero goduto di privilegi: alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di strutture balneari e chioschi. A tirare le fila Gervasi, posta ai domiciliari e descritta dal gip come una «abile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare a termine i reati per fini politici»: avrebbe tentato di farsi «confidente» dei carabinieri per depistare le indagini.