«Gli applausi del senato all’affossamento del ddl Zan hanno reso chiaro che una parte della classe dirigente italiana è ostile verso la comunità lgbtqia+». È anche per questo che le principali associazioni trans invitano a scendere in piazza domani a Roma. «Quest’anno sarà una marcia di protesta», continua il comunicato di lancio. Le realtà organizzatrici – Movimento identità Trans, Associazione trans Napoli, Libellula, Consultorio transgenere e Sunderam – denunciano come la discussione sui diritti sia stata dirottata sul binario morto della guerra ideologica. «Il corteo sarà un momento di rilancio e anche di gioia. Vogliamo commemorare le persone uccise dall’odio, ma anche uscire da una narrazione vittimista incentrata sulla morte», afferma Porpora Marcasciano, presidenta del Mit e consigliera comunale di Bologna, dove guiderà la commissione pari opportunità.

Il Transgender Day of Remembrance (Tdor) è la giornata globale di commemorazione delle vittime di odio e violenza contro le persone trans. Iniziò con una veglia e tante candele nel 1999 a San Francisco, per ricordare Rita Hester, uccisa l’anno prima. In Italia la mobilitazione si ripete dal 2014 in forma di corteo, la Trans Freedom March. A pochi giorni dalla ricorrenza l’osservatorio di Transgender Europe che dal 2009 monitora gli episodi di odio e violenza transfobica ha diffuso i numeri aggiornati. «Da quando abbiamo cominciato a raccogliere i dati il 2021 è stato l’anno più letale per le persone trans e non binarie», si legge nello studio.

Tra ottobre 2020 e settembre 2021 gli omicidi sono stati 375 a livello globale. Il 7% in più rispetto all’anno precedente, che già aveva fatto segnare +6% in rapporto al 2019. Il 96% delle vittime sono state donne transessuali o transgender. Nel 58% dei casi in cui la professione era conosciuta si trattava di sex worker. Il Brasile guida questa drammatica classifica con 125 persone assassinate, seguito da Messico (65) e Stati Uniti (53). Due gli omicidi in Italia, su una popolazione transgender che il Mit stima in 400mila persone. «La morte è l’espressione più estrema e visibile dell’odio, ma questo pervade ogni aspetto della vita di una persona trans: esclusione dal mondo del lavoro, dai servizi sanitari, dall’affitto di una casa, pregiudizi, insulti. La radice della violenza è la stessa di quella che colpisce tutte le donne», continua Marcasciano.

Il corteo partirà alle 17 da piazza della Repubblica e sfilerà in direzione di piazza Vittorio. All’arrivo saranno accese le candele per il consueto momento di commemorazione. Domenica, dalle 10 alle 16 all’Angelo Mai, l’assemblea nazionale sarà «un momento importante di elaborazione e identità politica trans».