Lo sciopero dei controllori di volo riaccende gli appetiti antisindacali di Ryanair: in occasione della protesta indetta ieri dal personale Enav (controllori di volo) che ha obbligato tutte le compagnie a cancellare complessivamente oltre 700 partenze, la multinazionale guidata da Michael O’ Leary ha invitato i propri passeggeri a firmare una petizione che mira a limitare gli scioperi.

RYANAIR, COME PURE altre compagnie, ha comunicato via sms la cancellazione della partenza (in alcuni casi anche con meno di 48 ore di anticipo), offrendo ai clienti il rimborso integrale del biglietto o il riposizionamento su un altro volo, senza aggravio di spese, ove avessero trovato orari disponibili (non sempre facile, per chi magari viaggia per lavoro o ha già programmato una vacanza). Subito dopo, il rimando alla petizione Keep Europe’s Skies Open, lanciata dall’associazione A4E (Airlines for Europe).

L’associazione, come d’altronde rivela lo stesso nome, non è formata da semplici passeggeri, ma da cinque delle maggiori compagnie europee: Air France-Klm, EasyJet, Iag, Lufthansa e appunto la stessa Ryanair. La petizione è finalizzata a «impedire che i passeggeri – volino per turismo o per buniness – non si vedano più i propri viaggi rovinati dalle astensioni dal lavoro dei controllori di volo». «Dal 2010 – si legge ancora nell’appello – i sindacati dei controllori di volo hanno causato oltre 200 giorni di interruzione di servizio, causando cancellazioni e ritardi».

IN PARTICOLARE, la petizione chiede che compagnie e loro dipendenti si impegnino ad attivare degli arbitrati preventivi, a prevedere una protezione per i voli che attraversano i paesi dove si effettua uno sciopero, permettendo la supervisione sostitutiva ai controllori di altri stati. Ancora, si chiede un preavviso di almeno 21 giorni per il sindacato che indice una protesta, e l’obbligo per il singolo operatore di comunicare la propria adesione individuale non oltre le 72 ore precedenti l’interruzione del servizio.

Tutte misure e accorgimenti che fanno pensare a quelle introdotte negli ultimi anni – e in particolare nel 2018 – dal Garante degli scioperi, relativamente al trasporto pubblico locale. Solo che in questo caso, nonostante si tratti certamente di spazi offerti in concessione dal pubblico, parliamo in particolare di aziende private.

E LA RICHIESTA DEL GIRO di vite, come detto, viene da cinque tra i maggiori operatori del continente, incluse le compagnie di bandiera francese e tedesca. Quanto alle motivazioni dello sciopero, i controllori Enav chiedono risposte sulle richieste salariali e protestano contro la chiusura di alcune sedi, che provocherebbe disagi.

«A fronte dello sciopero per il rinnovo del contratto scaduto da 17 mesi, l’azienda, che continua a fare utili, non ha neppure convocato le parti per tentare di sospendere la protesta – dice Salvatore Pellecchia, segretario aggiunto Fit Cisl – Rispetto alle previsioni, che non condividiamo, di chiusura di unità produttive, viene da chiedersi se la problematica si sarebbe verificata comunque in assenza di privatizzazione, attese le elevate performance produttive».