Si preannuncia un autunno complesso per Donald Trump, sempre più accerchiato nelle spire delle indagini sul Russiagate. Stando a quanto riferisce il Times, il consigliere della Casa Bianca Donald McGahn sta collaborando già da molto con il procuratore speciale Robert Mueller che indaga sulle influenze russe nelle elezioni del 2016.

Gli avvocati del presidente hanno detto di essere fiduciosi che McGahn non abbia detto niente di pericoloso per Trump, durante le 30 ore di interrogatorio iniziate a novembre, ma non hanno la trascrizione di questi colloqui. McGahn ha ripetutamente chiarito al presidente che il suo compito da consigliere della Casa bianca è quello di proteggere la presidenza, non Trump personalmente.

Ma vera mina vagante per The Donald è Michael Cohen, suo ex avvocato personale, per cui i pubblici ministeri stanno preparando l’accusa formale di frode bancaria (si parla di 20 milioni di dollari), che avverrà nelle prossime due settimane. Le accuse contro Cohen, oltre alla frode, includono anche la violazione delle leggi sulle campagne elettorali.

Stando a Politico, Lanny Davis, uno degli avvocati di Cohen, negli ultimi mesi avrebbe parlato regolarmente con John Dean, l’ex consulente della Casa bianca che ha contribuito a far cadere Nixon. A suo tempo Dean accettò di collaborare con gli investigatori del Watergate, così come con i procuratori federali, dopo che Nixon si rifiutò di concedergli l’immunità per il suo ruolo nello scandalo.