Nel giorno in cui le amministrazioni di Mosca e San Pietroburgo hanno aggiornato i record assoluti di morti causate dal Covid-19 dall’inizio della pandemia – i dati di ieri indicavano rispettivamente 124 e 110 morti nelle 24 ore precedenti – i responsabili dell’organizzazione di Euro 2020 in Russia hanno annunciato che non saranno spostate le partite del campionato europeo di calcio previste nei prossimi giorni a San Pietroburgo, che venerdì ospiterà uno dei quarti di finale del torneo.

Una decisione presa di comune accordo con la Uefa, e che sta facendo discutere a fronte dell’andamento dei contagi che da giugno sono andati aumentando a causa della nuova variante Delta: pur non essendo paragonabili alle cifre registrate in Paesi come l’Italia già dall’anno scorso, i 110 morti a San Pietroburgo rappresentano il dato più alto mai registrato nella città russa.

Accompagnati da una campagna vaccinale che non decolla – poco più dell’11 per cento della popolazione ha ricevuto due dosi – i numeri delle ultime settimane sono fonte di grande preoccupazione per le autorità locali, che da tempo stanno spingendo la popolazione a vaccinarsi attraverso anche l’utilizzo di provvedimenti mirati.

Proprio a partire dalla giornata di ieri è entrato in vigore un decreto firmato dal sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, che impone a chiunque voglia sedersi in un bar o un ristorante della città di presentare un codice QR (ottenibile a seguito della vaccinazione) o la certificazione di avvenuto contagio. «Stiamo vivendo nuovamente gli effetti della pandemia, e per combattere la nuova ondata è necessario che i cittadini vadano a vaccinarsi», ha detto Sobjanin nei giorni scorsi, sottolineando la necessità di una campagna su larga scala.

«Ovviamente occorre continuare a rispettare le prescrizioni sanitarie come il regime delle mascherine, ma si tratta di misure temporanee: per risolvere il problema in via definitiva bisogna vaccinarsi o sottoporsi a quarantena», ha aggiunto, ribadendo che l’epidemia «sta infuriando» nella capitale.

Analoga la situazione a San Pietroburgo, dove si aggiunge però il problema del campionato europeo di calcio: nella città sono già state disputate sei partite, e la decisione di non spostare o sospendere le prossime (inclusa quella di venerdì) ha già attirato forti critiche da parte di esponenti della comunità medica internazionale. Oltre all’ovvio rischio di contagio, che in uno stadio pieno si alza considerevolmente, sono già stati riscontrati casi di tifosi positivi al ritorno dalla città russa. . Un dato che secondo Helsinki è destinato a salire: molti dei tamponi effettuati alla frontiera stanno ancora venendo processati, senza contare che a molte persone è stato consentito l’ingresso nel Paese senza test a causa della mancanza di disponibilità alla dogana.