Non sono ancora note le ragioni del disastro aereo avvenuto domenica scorsa nei pressi di Mosca. L’aereo di linea An-148 attivo sulla linea Mosca-Orsk della compagnia aerea Saratovskie Avialinii, è precipitato 4 minuti dopo il decollo: nessuno dei 71 passeggeri del volo è sopravvissuto. Secondo le prime ipotesi, la catastrofe sarebbe avvenuta per un’avaria a un motore del velivolo. Purtroppo la Russia è spesso al centro delle cronache per simili episodi. Secondo una ricerca del 2012 realizzata dalla Aviation Safety Network sulle catastrofi di aerei civili, per l’80% esse sarebbero dovute a errori umani .

A PARTIRE DAL 2007 LA RUSSIA, ha spodestato dal podio più alto al mondo gli Usa nella speciale classifica del maggior numero di incidenti e di morti nei cieli. Dal 2011 al 2016 secondo il sito specialistico hozyain-club.ru il 20% di tutti i decessi per incidenti aerei sono avvenute in Russia.

Per la rivista russa del settore Nasamoletah uno dei motivi di queste tragedie «è la bramosia di profitti delle compagnie aeree che risparmiano sulla qualità della manutenzione degli aeromobili e sull’acquisto di nuove parti o attrezzature».

NEL 2016 sempre secondo Nasamoletah il parco delle flotte aeree russe era composto soltanto per il 37% di aerei nuovi, acquistati in gran parte negli Usa dopo il 2005, mentre per il 63% si trattava ancora di velivoli di produzione sovietica. Aerei russi come gli Il-76 e il Tu-154 sono considerati «bare volanti»: ogni 500mila ore di volo hanno un incidente. Con l’inizio delle privatizzazioni in Russia nel 1992 parte della flotta della Aeroflot venne posta sotto controllo da potentati regionali che ritenevano prestigioso e fonte di facili profitti avere delle compagni aeree locali.

NACQUERO COSÌ compagnie dai nomi bizzarri come Vladivostok Avia, Orenburskye Avialinii e la stessa Saratovskie Avialini. Piccole compagnie che tendono ad acquistare pochi velivoli e a risparmiare su manutenzione e pezzi di ricambio. Un paio di anni fa Putin ha deciso la rinazionalizzione di tutte queste compagnie che saranno via via assorbite da Aeroflot: uno dei motivi principali di tale scelta è il degrado in cui versano da tempo. Ma questo è solo la metà del problema. Malgrado la Russia e ancor prima l’Urss abbia sempre avuto una grande tradizione aviatoria, con la crisi economica e l’inflazione – oltre che per la cancellazione di tutti i voli con l’Ucraina – i piloti russi hanno visto ridursi i loro salari del 50%. Oggi ad Aeroflot lo stipendio per un comandante di equipaggio è di soli 5mila euro. La fuga verso compagnia straniere è così iniziata privando Aeroflot di molti dei piloti più capaci ed esperti.