La storia dello sciamano-guerriero arrestato e spedito in ospedale psichiatrico l’altro ieri dopo essere stato in marcia per sei mesi dalla Jakuzia direzione Cremlino per liberare il paese da Putin e che ha commosso il mondo, non è finita. Anzi, si può star certi che di lui si sentirà ancora parlare. Dopo gli appelli di Amnesty International ad Alexander Gabyshev è stata data la possibilità di lasciare l’ospedale psichiatrico ed è stato rinviato a casa con l’accordo di non abbandonarla più.

Secondo il coordinatore di «Lettere per diritti umani» Alexey Pryanishnikov le forze di sicurezza avrebbero costretto Gabyshev a firmare l’accordo. Tuttavia lo sciamano sembra tutto meno che convinto di abbandonare il suo progetto di rovesciare Putin grazie all’aiuto degli «spiriti benigni», almeno così avrebbe detto ai suoi seguaci una volta tornato a Yakutsk, il paesino dove abita da sempre. Intervistato da un blogger della Jakuzia, Gabyshev ha sostenuto di avere ormai un esercito alle spalle: «Sapevo tutto in anticipo. Sapevo che non sarei stato solo e alla fine ci sarebbe stato un esercito con me. Per questo mi sono incamminato verso Mosca… Non fermeranno l’esercito!». La stessa fonte afferma che molti dei suoi seguaci in marcia con lui sarebbero stati arrestati e accusati della stesso reato per cui anch’egli dovrà rispondere: «estremismo», un reato che in Russia può costare fino a cinque anni di detenzione.

Anche per questo ieri a Mosca, davanti all’edificio dell’Amministrazione presidenziale, si è raccolto un folto gruppo di manifestanti per protestare contro la sua detenzione e la sua deportazione tra cui anche alcuni sciamani della Jakuzia residenti a Mosca. L’iniziativa, non autorizzata dalla polizia, era stata indetta attraverso il tam tam dei social dell’opposizione venerdì in serata.
Intanto si vengono a conoscere nuovi dettagli della biografia di questo, a suo modo straordinario, personaggio. Secondo quanto riferisce il corrispondente di Argumenty i Fakty, Alexander Gabyshev sarebbe tutto meno che uno sprovveduto.

L’uomo sarebbe laureato in storia e filosofia ma non avrebbe mai lavorato in qualità di insegnante. Sarebbe stato prima operaio in un cantiere edile e poi bidello in una scuola prima di ritirarsi a vivere in solitudine per tre anni nella taiga e scoprire di essere un «illuminato dagli spiriti». Il suo appello-manifesto lanciato qualche settimana fa attraverso una radio locale, conferma la preparazione politica dello sciamano: «Putin sta cercando di rafforzare i poteri statali in tutto il mondo, in Corea del Nord, in Siria… Ma nei paesi europei, negli Stati uniti, il potere statale è bilanciato dalla democrazia. Donald Trump in America ora sta cercando di andare sulla strada di Putin, ma finora non c’è riuscito. Ci deve essere un equilibrio tra potere statale e popolo. E la lotta per l’equilibrio è talvolta, questo sì, condotta con metodi sanguinari, se i regimi tirannici statali non danno modo democraticamente di bilanciare il loro potere».