«A causa delle circostanze» il documentario Silent Voice di Reka Valerik – che ha debuttato nella selezione di Idfa 2020 – è stato rimosso dalla programmazione del Festival del documentario Artdocfest a Mosca, ha scritto su Facebook il direttore dell’evento Vitaly Mansky.

Il Festival è stato invece interamente cancellato a San Pietroburgo, dove si tengono le proiezioni parallelamente a Mosca. Le «circostanze» citate dal regista sono le minacce ricevute a causa del film, che racconta la «nuova vita» di un atleta ceceno di Mma (arti marziali miste) trasferitosi in Belgio per sfuggire alle persecuzioni contro gli omosessuali in Cecenia. A quanto raccontano Mansky e la direttrice della programmazione del festival Viktoria Belopolskaya uno sconosciuto li avrebbe avvicinati a Mosca nel weekend per intimargli di rimuovere il documentario, sostenendo che «la gente in Cecenia non è contenta. Se il film verrà proiettato, ci saranno gravi conseguenze», e che «non ci sono omosessuali» nel Paese.

«SONO STATO informato del fatto che tutti i biglietti per due proiezioni di Silent Voice sono stati comprati contemporaneamente con un’unica carta di credito», ha raccontato Mansky alla radio Ekho Moskvy, e ha aggiunto di non sapere se fosse stato fatto per impedire al pubblico di vedere il documentario o per portare in sala «degli spettatori altamente indesiderati».

Nel frattempo anche Valerik ha raccontato di aver ricevuto intimidazioni online, motivo per cui ha chiesto ad Artdocfest che venisse cancellato il Q&A dopo la proiezione. A San Pietroburgo invece il Festival è stato attaccato dall’«attivista» anti-Lgbt Timur Bulatov in quanto «promuove i valori Lgbt fra i giovani» e violerebbe le norme anti-Covid.

Sabato scorso una delle due location dell’evento, il Dom Kino, è stato ispezionato dalla polizia per verificare il rispetto delle norme sanitarie e l’eventuale presenza di minori, e due sale sono state chiuse: «Non abbiamo potuto leggere la denuncia, né alcun altro documento», ha detto a «Novaya Gazeta» la portavoce della manifestazione Olga Komok. E nel frattempo l’altro cinema che doveva ospitare l’evento – il Lendok Film Studio – ha cancellato tutte le proiezioni di Artdocfest «per evitare provocazioni e la chiusura del centro culturale».