«Comprendo le logiche politiche ma tenetemi fuori. Sono un candidato indipendente, sono una sardina anziana»: il giornalista Sandro Ruotolo ieri si è smarcato dalla competizione tra il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il Pd sulla primogenitura della sua candidatura alle suppletive di Napoli del 23 febbraio al Senato, dopo la morte del geologo Franco Ortolani approdato in parlamento due anni fa con i 5S. «Questa sfida ci cambierà tutti – ha spiegato -, sarà un laboratorio nazionale, ma bisogna fare squadra». Ruotolo (che aveva già provato con Rivoluzione civile di Ingoia) in caso di successo siederà nel gruppo Misto ma l’orizzonte che immagina è una ricomposizione del centrosinistra in una forma più attrattiva verso la società civile, in linea con l’idea del segretario dem Nicola Zingaretti. Il simbolo, senza i partiti, è un campo rosso con delle onde sulla cornice e la scritta «Napoli con Ruotolo».
Il lancio della campagna elettorale ieri ha messo nella stessa sala gli esponenti del Pd (a partire dal segretario provinciale Marco Sarracino), di Leu come Michele Gravano (coordinatore regionale di Articolo 1) e il presidente del consiglio comunale di Sinistra italiana Sandro Fucito, e di Italia Viva. I renziani avevano provato a impostare la trattativa mettendo sul tavolo l’ipotesi di andare da soli ma l’accordo tra Pd e Dema (il movimento del sindaco) li ha spiazzati così alla fine hanno scelto Ruotolo nonostante i mal di pancia verso de Magitris, che occupava l’altro lato della sala con una folta pattuglia di assessori.
Si vota nel collegio 7, che comprende i quartieri borghesi dell’Arenella e del Vomero, ma il grosso della popolazione abbraccia le zone popolari a nord est: Barra, Miano, Piscinola-Marianella, Poggioreale, Ponticelli, San Carlo, San Giovanni a Teduccio, San Pietro a Patierno, Scampia, Secondigliano, Vicaria. Nel 2018 Ortolani vinse con il 53,17%, seguito da Salvatore Guangi per il centrodestra con il 22,61%. Guanci è di nuovo in campo, dalla sua ha la Lega e FdI in netta crescita.
L’incognita sono i 5S. All’ala di Roberto Fico piace Ruotolo ma Luigi Di Maio ha imposto la scelta del candidato su Rousseau: vincitore, con polemiche, è stato l’amico di Di Maio Luigi Napolitano. Scelta che blocca una possibile convergenza alle regionali. I pentastellati dialoganti invece potrebbero comunque appoggiare Ruotolo in silenzio sperando in un passo indietro del governatore dem Vincenzo De Luca (deciso a ricandidarsi). Il nome di sintesi potrebbe essere il ministro Sergio Costa. Il Pd però dovrebbe stoppare De Luca senza avere certezze sul futuro dei 5S.
De Magistris guarda avanti: «È la prima sperimentazione di una coalizione larga, esperienza che potrebbe ripetersi nel futuro. Mi auguro che il Movimento abbia la voglia di costruire una coalizione civica». In casa Pd ci sono i mal di pancia di chi non ha digerito l’alleanza con de Magistris. Sarracino avverte: «Evitiamo inutili polemiche ma per le regionali si parte da De Luca». L’Ex opg Je so’ pazzo ieri ha attaccato l’amministrazione: «Il sindaco si era proposto di costruire una sinistra alternativa al Pd. Ha preferito chiudere un accordo proprio con i dem che potrebbe essere propedeutico alle regionali e alle comunali. Si è passati da “Renzi cacati sotto” a convergere con De Luca e Italia viva. Ruotolo, se eletto, andrà a puntellare un governo che non sta facendo nulla per le classi popolari». Gli attivisti sostengono Geppino Aragno, che si presenta con Potere al popolo: storico del Novecento molto stimato, aveva creduto nel movimento del sindaco prima di allontanarsi da quell’esperienza l’anno scorso.