Giornali, radio e tv ci informano ogni giorno che le grandi centrali della finanza, le banche d’affari e le Cancellerie di mezzo mondo, capitanate da ultimo dall’ambasciatore Usa in Italia, sono preoccupatissime per l’instabilità politica che deriverebbe dalla vittoria del no.

E questo nonostante che lo stesso presidente del consiglio abbia recentemente confermato che, comunque vada, si voterà nel 2018. Persiste, insomma, un clima da fine del mondo, che lo stesso Renzi non esita ad alimentare se è vero che «negli incontri internazionali il premier ha spiegato agli alleati che il voto sulla riforma mette in gioco il governo».

Il tempo per i balletti e i rinvii, comunque, sta finendo: Renzi ha annunciato che il 26 settembre il consiglio dei ministri deciderà la data del voto, che fino ad oggi il presidente del consiglio ha tenuto coperta per poter sfruttare a proprio vantaggio ogni margine di tempo, con atteggiamento «a dir poco ondivago e altalenante» come hanno stigmatizzato i presidenti di tutti i comitati per il No che l’altro ieri hanno chiesto al governo di fissare la data.

Domenica il Comitato per il No nel referendum costituzionale, nel corso dell’assemblea convocata a Roma, in via Santa Croce in Gerusalemme 55, metterà a punto il proprio programma politico e organizzativo in vista della campagna referendaria. Nel mezzo è attesa, per il 4 ottobre, la decisione della Consulta sull’Italicum.

Lunedì l’avv. Besostri ha depositato la memoria a sostegno del giudizio di incostituzionalità di una legge che è ormai figlia di nessuno: persino Renzi, dopo averla blindata in parlamento con la di fiducia (si ricordano solo due precedenti del genere: il 1923 con la legge Acerbo e il 1953 con la cosiddetta «legge truffa») adesso dice che si può cambiare.

Ma, come ha sottolineato Massimo Villone nella conferenza stampa che ha illustrato i contenuti della memoria anti-italicum, «piccole limature o modifiche non sono certo un motivo sufficiente per dire sì alla riforma costituzionale».

Prossime iniziative:

San Vendemiano (TV): mercoledì 21, ore 21, incontro con Silvia Manderino e Giorgio Cremaschi – Sala Esposizioni del Municipio, Via De Gasperi 55.

Brescia: oggi, ore 17, dibattito con Roberto D’Alimonte (per il SI) e Francesco Pallante (per il No) – Teatro San Carlino, Corso Giacomo Matteotti, 6.

Busto Arsizio (VA): lunedì 19, ore 21, dibattito con Emanuele Fiano (per il SI) e Felice Besostri (per il NO) – Cinema Teatro San Giovanni Bosco, Via Bergamo, 12.

Sassuolo (Mo): domani, ore 18, incontro con Gustavo Zagrebelsky – Sala consiliare del comune, via Pretorio.

Pisa: oggi, ore 18,30, incontro con A. Pace, F. M. Castaldo e I. Galletti – sala eventi del Ristorante Maria, Via Santa Maria 104.

Roma: domani, ore 18, dibattito con Roberta Calvano, Domenico Artusa, Vito Meloni – A.N.P.I.

Roma, largo Bartolomeo Perestrello. Roseto degli Abruzzi (Pe): domani, ore 18,30, dibattito con Paolo Maddalena – Palazzo Del Mare, zona Pontile.

Grottaferrata: domani, ore 16,30, dibattito con Ugo Mancini e Vincenzo Vita – Teatro Falcone, via Garibaldi 19.

Napoli: domani, ore 18 incontro con M. Villone e C. De Fiores – Villa comunale; mercoledì 21, ore 16, dibattito con G. Manfredi, A. Lucarelli, A. Pace, T. E. Frosini, F. Pinto, F. Imposimato, L. De Magistris – Aula Pessina, Facoltà di giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli.

Taranto: mercoledì 21, ore 19,00, incontro con P. Maddalena – Palazzo di Città, Salone degli Specchi, piazza Municipio, 1.

Elenco completo e info su www.iovotono.it e su FB referendumiovotono.