Partiti. Inghilterra e Figi hanno inaugurato ieri sera al Twickenham di Londra l’ottava edizione della coppa del mondo di rugby. La partita si è conclusa con il successo per 35-11 dei padroni di casa.

La cerimonia di apertura che ha preceduto il match è stato un doveroso e inevitabile omaggio alle origini del rugby e alla leggenda di William Webb Ellis, che quasi duecento anni fa, secondo quanto sostiene la vulgata, improvvisò un copione tutto suo durante una partita di football. Prese la palla con le mani, lo sciagurato Webb Ellis, giovane studente del collegio di Rugby, Warwickshire, e si mise a correre. A contestare questa versione dei fatti sono in molti ma, come si dice, tra leggenda e realtà vince sempre la prima. Il pubblico del Twickenham ha dimostrato di gradire: i rugbymen sono dei gran sentimentaloni.

Per gli inglesi non è stata una passeggiata e fino alla metà del secondo tempo gli esiti del match sono stati in discussione.

I padroni di casa si presentavano davanti al loro pubblico animati dalle migliori intenzioni. Volevano vincere e convincere, mettendo insieme una bella figura e un risultato facile, conquistato senza troppi patemi. Il loro girone non ammette passi falsi: Australia e Galles sono lì, pronti a cogliere l’occasione. Ma l’Inghilterra si è trovata di fronte una squadra figiana terribilmente combattiva, disordinata quanto imprevedibile, sprecona ma capace di guizzi improvvisi.

Ne è venuta fuori una sfida aperta, mai scontata, con gli inglesi sempre avanti nel punteggio ma con i figiani sempre in partita. Solo al 71’ l’estremo inglese Mike Brown è riuscito a segnare la terza meta inglese e la sua seconda personale, consentendo al XV della rosa di allungare e di mettere il risultato al sicuro. A tempo scaduto la quarta meta che ha garantito un preziosissimo punto di bonus.

E’ una vittoria che porta la firma del pacchetto di mischia, decisivo nei momenti che contavano, e di Mike Brown, il più elettrico dei trequarti inglesi, capace di strappi e accelerazioni che hanno fatto molto male alla retroguardia figiana. Piuttosto in ombra gli altri giocatori della linea arretrata: maluccio in mediana George Ford (meglio di lui Farrell) e Ben Youngs, a disagio Joseph e Watson.

Dall’altra parte, Figi ha divertito e conquistato la simpatia del pubblico.

Nessun altro al mondo interpreta questo gioco come loro. E’ un rugby selvaggio e animalesco, istintivo e virtuoso, possente e disordinato. Ai figiani piace il campo aperto, la partita rotta, il casino organizzato. Quando riescono a portare l’avversario su quel terreno, danno il meglio di sé. Con l’Inghilterra a tratti ci sono riusciti ma hanno pagato la scarsa disciplina, i palloni gestiti sempre lungo il confine che separa il gesto magico dall’inevitabile errore.

Tra di loro è emerso, potente, Nemani Nadolo, ala di 195 centimetri per poco meno di 120 chili, autore dell’unica meta figiana. Una presenza dirompente, la sua.

Il primo risultato a sorpresa di questa Coppa del mondo è giunto oggi all’ora di pranzo nel secondo match in programma (girone C, quello di Nuova Zelanda e Argentina) con la vittoria della Georgia su Tonga (17-10) a Gloucester.

Guidati da un monumentale Mamuka Gorgodze, il terza centro capitano della squadra, e dal giovanissimo (18 anni) Vasil Lobzhanidze, mediano di mischia che già molte squadre britanniche vorrebbero ingaggiare, i “lelos” hanno condotto una magnifica partita di combattimento, un rugby d’antan dei più classici. I più quotati tongani hanno perso il match soprttutto nel confronto fisico, con la mischia georgiana dominante in ogni fase di gioco.

Nel pomeriggio al Millennium di Cardiff si è disputata Irlanda-Canada, match del girone degli azzurri, in campo stasera (SkySport, 21.00) contro la Francia. Gli irlandesi hanno maltrattato gli avversari segnando sette mete a una. Punteggio finale: 50-7.