All’indomani del voto Usa, il senatore repubblicano Marco Rubio da Bogotà, si è rivolto a Obama: occorre imporre nuove sanzioni al governo venezuelano, perché «è illegittimo, i suoi funzionari rubano il denaro del popolo e sta sempre con i terroristi, i dittatori e i tiranni». Da che pulpito. Poi Rubio – che non ha escluso di candidarsi alla presidenza Usa nel 2016 – ha lisciato il pelo all’alleato Manuel Santos, presidente della Colombia, ora in veste di portatore di pace: Santos – ha lasciato intendere Rubio – potrebbe avere il sostegno dei falchi nordamericani «nel post-conflitto» qualora riesca a trovare una soluzione politica al conflitto armato che dura da oltre mezzo secolo.

E i miliardi investiti nel Plan Colombia, e nel business della sicurezza, delle operazioni sotto copertura e degli assassinii mirati? Uno dei punti raggiunti tra governo e guerriglie nell’accordo in discussione da due anni all’Avana è quello su droghe illecite e protezione dei contadini colombiani. Per Rubio, la Colombia deve rimanere il gendarme del continente e i piani congiunti devono proseguire, altrimenti «sarebbe come buttare i soldi ottenuti con tanto sforzo». La vittoria della sua compagine rafforzerà anzi i rapporti con «gli alleati regionali» come Bogotà: «La Colombia non è l’Iraq, abbiamo visto quel che è successo lì quando gli Stati uniti se ne sono andati. Ci serva di lezione», ha affermato il senatore Usa. Il Trattato di libero commercio, in vigore tra Usa e Colombia da due anni, va rafforzato. L’Alleanza del Pacifico deve contrapporsi alle nuove relazioni sud-sud che hanno preso slancio nel continente. Di soldi per la pace, Rubio non ha parlato.

Per questo, Santos ha concluso un giro in Europa, e la Ue ha promesso aiuti finanziari al processo di pace. La via di Rubio è quella di sempre: flussi di denaro a gruppi oltranzisti per destabilizzare governi legittimi in nome dei «diritti umani». Una denuncia che il governo venezuelano ha rinnovato dopo l’arresto in Colombia di un gruppo di nazisti, attivi nelle proteste violente di febbraio contro Nicolas Maduro. Se vuole portare a casa il risultato ed essere ricordato soprattutto come fautore di pace, Santos – votato anche dalla sinistra – deve risultare credibile. E la conflittualità col Venezuela, facilitatore del processo di pace con la Norvegia, dev’essere disinnescata.

Ora che l’ex presidente colombiano Ernesto Samper è alla presidenza di turno di Unasur. In questo quadro, e dopo l’incontro tra i ministri degli esteri dei due paesi, si spiegano i colpi inferti al contrabbando dalle autorità venezuelane e gli arresti in Colombia. Ieri, è stato catturato a Bogotà il paramilitare Leiva Padilla Mendoza, alias «il Colombia», ricercato come mandante di un duplice omicidio commesso in Venezuela: quello del deputato chavista Robert Serra e della sua compagna Maria Herrera. Un crimine politico, per il governo venezuelano, poiché la commissione d’indagine parlamentare di cui faceva parte il giovanissimo deputato stava indagando proprio sul gruppo nazista arrestato in Colombia e sui suoi legami politici.