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Rototom Sunsplash, incroci afro beat per la compagnia militante del reggae

Rototom Sunsplash, incroci afro beat per la compagnia militante del reggaeLuciano – foto di Luca A. D'agostino

Musica Duecento eventi tra concerti e dj set nella kermesse iberica. Applausi per Luciano, Mellow Mood e Fatoumara Diawara

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 26 agosto 2022
Flavio MassaruttoBENICASSIN (SPAGNA)

C’era molta attesa per la ventisettesima edizione del Festival Reggae Rototom Sunsplash dopo i due anni di fermo dovuto alla pandemia. Il pubblico ha risposto arrivando da tutto il mondo e alla fine si sono contate duecentoundicimila presenze nei sette giorni della manifestazione. Va detto che i quasi duecento eventi musicali tra concerti e DJ Set sono solo una parte dell’identità del Rototom Sunsplash che quest’anno ha scelto il motto We Must Change the World per esprimere fino i fondo il suo schieramento militante a favore di un mondo più inclusivo ed egualitario e più rispettoso dell’ambiente.

QUESTO NON È SOLO un Festival musicale ma è anche un esperimento sociale. Un luogo dove bambini e anziani hanno pari accesso alle attività, dove i disabili sono invitati, dove il protagonismo delle donne è palpabile ovunque, dalle band femminili (da segnalare la notevole Balkan Paradise Orchestra), alle DJ dietro le consolle fino ai corsi di twerka femminista. Attività creative rivolte agli adolescenti convivono con dibattiti e seminari in una vera e propria città del reggae.

Sul palco principale una programma magniloquente che ha fatto ascoltare musica di altissima qualità garantendo un solido ancoraggio alla tradizione e calibrate aperture alle nuove tendenze

Nato in Italia, il Festival si è dovuto trasferire a Benicassin, in Spagna, sotto i colpi di una vera e propria persecuzione poliziesca e giudiziaria orchestrata con l’appoggio della destra, la stessa che si appresta a vincere le prossime elezioni. La stessa destra di sempre: moralista, bigotta e proibizionista. Ma veniamo alla musica. Molta, ovunque e sempre interessante e coinvolgente. Si balla in spiaggia e nelle ampie spianate dell’area allestita con due palchi da concerto, nella dance-hall e nella Dub Station, sotto i tendoni del Jumping e del Voodoo. Quest’ultimo è una delle novità di questa edizione ed è uno spazio gestito dalla associazione che ha creato l’omonima discoteca di Barcellona; il luogo giusto dove ascoltate le ultimissime tendenze afro-house e afro-beat, ma anche inauditi incroci con suoni brasiliani e tecno-tribalismi di ogni tipo.

SUL PALCO principale una programma magniloquente che ha fatto ascoltare musica di altissima qualità garantendo un solido ancoraggio alla tradizione e calibrate aperture alle nuove tendenze in particolare al Dub elettronico. Eccellenti i due eredi Marley, Damian e Julian, specie il primo. Poi applausi anche per la pattuglia italiana composta dai veterani Africa Unite e dai giovani Mellow Mood, senza contare il concerto travolgente di Alborosie che ormai è una stella di prima grandezza del reggae mondiale. Archiviati gli imbarazzanti show di Sean Paul e Mala Rodriguez, vere e proprie gioie per le orecchie le hanno regalate Sly Dumbar & the Revolutionaries (dove spiccava il sassofonista Dean Fraser), Max Romeo, Luciano e Burning Spear. Vedere e ascoltare queste vere e proprie leggende è sempre una emozione indimenticabile. Band eccellenti, presenza scenica impeccabile, cuore e sentimento.
Con cautela il programma offre sempre l’apertura di finestre su altre musiche ed è stato il caso dei brasiliani Natiruts, con la loro miscela di reggae e samba, l’afropop dello statunitense di origine nigeriana Davido, ma soprattutto la maliana Fatoumara Diawara. Sul palco è una presenza regale, impossibile non esserne rapiti. Suona la chitarra elettrica, canta e balla come una Dea e il suo concerto è un crescendo di energia e vitalità. Cita Nina Simone e arringa il pubblico femminile a non avere paura di prendere in mano il proprio destino. Pugno chiuso e sorriso; passi di danza africana e distorsore per chitarra. Un trionfo.

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