“Sono accuse infamanti e ridicole”. Proprio non va giù a Enrico Rossi essere sospettato di una turbativa d’asta nella gara per il trasporto pubblico locale su gomma in tutta la Toscana. Un bando da quasi 4 miliardi per una concessione di 11 anni. E che dal 2016 è diventato terreno di scontro a colpi di carte bollate da parte di Mobit, il consorzio che aveva perso l’appalto, e che il primo luglio dovrebbe essere sostituito nella gestione da Autolinee Toscane. Dovrebbe, al condizionale, visto che la procura di Firenze, dopo l’ennesimo esposto di Mobit, ha indagato Rossi insieme ad altre sei persone, tra dirigenti regionali e componenti della commissione che aggiudicò il bando di gara.
Il coinvolgimento del presidente toscano nell’inchiesta è legato al fatto che Rossi, in una intervista ad Askanews il 13 novembre 2015, commentava l’aggiudicazione ad Autolinee Toscane, avvenuta il mese prima. Secondo la denuncia di Mobit, le sue parole arrivavano prima dell’esame dei Piani economici e finanziari dei due consorzi. Sia di quello vincente, capitanato dal gruppo francese Ratp che già gestisce la tramvia di Firenze, che di quello sconfitto, composto dalle aziende locali Cap, Ctt Nord, Copit, Trasporti Toscani, Atn, e Bus Italia del gruppo Fs.
“Chi ha fatto l’esposto – replica un arrabbiatissimo Rossi – nasconde il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e riportata dalla stampa. La seduta per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato”. La conferma in una nota dell’Avvocatura regionale: “L’intervista si è tenuta quando l’esame delle offerte con l’attribuzione dei punteggi all’offerta tecnica ed anche economica era stato concluso, con vincitrice Autolinee Toscane. Da quel momento in poi era nota a tutti la collocazione di AT al primo posto in graduatoria”.
Quanto all’esame del Piano economico e finanziario, l’Avvocatura fa chiarezza: “L’esame è proseguito nei giorni successivi. Ma trattandosi di un documento a corredo dell’offerta e non oggetto di punteggio, non avrebbe prodotto cambiamento alcuno sul punteggio definitivo assegnato ai due concorrenti il 14 ottobre 2015. Nelle sedute del 17 e 24 novembre 2015 la commissione ha ritenuto, nella sua discrezionalità tecnica, che i due PEF fossero entrambi corretti”.
L’11 dicembre scorso, dopo quattro anni di ricorsi di Mobit, il Consiglio di Stato (dopo il parere della Corte di Giustizia Europea), aveva confermato la regolarità di quella gara, che avrebbe permesso di rinnovare il 70% del parco bus, app e servizi web per prenotare i viaggi, e abbonamenti uguali in tutta la Toscana. Con un risparmio di due milioni al mese, secondo la Regione. Intanto la destra attacca: “Il maxi appalto da 4 miliardi ai francesi (e già questo grida vendetta) finisce sotto inchiesta”, tuona Matteo Salvini che chiede, come Fi e Fdi, di sospendere la gara. All’opposto, Rossi ha denunciato Mobit per ostruzionismo. E querelerà “i calunniatori”.