L’inizio è un piacevole amarcord, quando il fatto di esser nata a New York diventa utile a tradurre un dialogo di per sè surreale: «C’era pure Benigni! Certo che mi ricordo del concerto ad Atina Jazz, cantai prima dei Lounge Lizards di John Lurie. E rammento pure il siparietto divertente sul palco con John e Roberto. Poi andammo tutti a cena. Eh, quanto tempo! saranno passati più di venticinque anni». Rossana Casale rompe ogni indugio ed entra immediatamente in mezzo all’intervista con una simpatia trascinante: «Ho appena finito le prove del saggio pomeridiano dedicato alla canzone francese e sono entusiasta dei miei allievi».

La cantante è a Parma, al Conservatorio emiliano dove insegna e non perde l’occasione di elogiare anche il suo direttore, il pianista Roberto Cappello, che assistendo alle prove non mancava di sottolineare come qualche accordo a suo avviso era da risuonare. È uno dei tanti impegni della Casale, lontana e senza rimpianti dal pop e da Sanremo, che oltre all’insegnamento alterna l’attività televisiva di vocal coach a X Factor, e da anni si dedica alla rilettura d di molti canzonieri jazz e cantautorali. L’ultimo in ordine di tempo è Il signor G e l’amore – un disco in uscita oggi e un tour dedicato al repertorio di Giorgio Gaber che dopo il numero zero affrontato a Milano verrà presentato all’Auditorium di Roma il 16 maggio. «Conoscevo Gaber e ho frequentato la sua casa per anni. Sono molto amica di Dalia, la figlia e si andava d’estate alla Padula, la sua casa con altri amici, un gruppo di persone quasi fisso, autori tv come la Gialappa’s, cantanti come Cristiano De Andrè, attori e si suonava e cantava facendo le due, tre di notte: i nostri cantautori, Celentano, il jazz e i Beatles. Lì ho conosciuto il Teatro canzone. Nessuno cantava i suoi brani, né lui lo faceva. Lui era la guida, Giorgio amava la musica da morire, e la conosceva tutta proprio tutta. Quando uscì Incoerente jazz (1984, ndr) glielo feci ascoltare. Fece un’analisi sorprendente sulla musicalità dei testi. Un’altra sorpresa fu quando venne ad ascoltarmi al Teatro Smeraldo. Ero già emozionata perché ero sul palco dove aveva cantato Billie Holiday». La prima volta che Rossana Casale ha eseguito una canzone di Gaber è stato al Festival che la figlia e gli amici organizzano a Viareggio. «Il mio desiderio di interpretare il repertorio di Gaber è arrivato in un periodo triste della mia e della vita di Dalia. Lei aveva perso il padre, io il mio compagno. Ci trovammo a parlare, a chiacchierare e a piangere. Quando arrivò l’invito di partecipare al festival, scelsi un pezzo come Ora che non sono più innamorato. Dalia mi disse che Giorgio l’aveva registrato nuovamente per l’ultimo disco, ma poi l’aveva lasciato perdere. Un caso fortuito che riprendessi quel filo, all’apparenza interrotto. Ma, devo aggiungere che una volta che canti una canzone di Gaber, poi desideri farle tutte».

Il passo per arrivare a Il Signor G e l’amore è stato breve, quasi un concept-album interamente dedicato all’amore e alle sue innumerevoli sfumature; inedita è la lettura che si dà della coppia dopo anni in cui era vista, anche da Gaber e Luporini, come hanno poi erroneamente ammesso, in modo negativo. Nel disco molte anime di Gaber, prima e quello dopo l’invenzione del Teatro Canzone e dello stesso Luporini, due testi inediti musicati da Vittorio Cosma: «È stato molto bello vedere l’entusiasmo di Sandro Luporini man mano che il progetto cresceva. Mi ha dato alcuni testi e con Cosma abbiamo musicato Sostiene l’amore e Piove. Grazie all’abilità di Vittorio le tracce suonano molto gaberiane. Si entra nell’officina luporiana e si scopre come si costruisce un testo e come si trasforma attraverso l’improvvisazione. Insomma, come Giorgio riusciva a far quadrare i testi per raggiungere la forma canzone giusta. È stato come scoprire i segreti della loro collaborazione, un po’ come Lennon e McCartney. Solo dopo la separazione dei Beatles, abbiamo capito quali erano i brani dell’uno o dell’altro e come li strutturavano…».