Niente investitura. La sessione del Parlament catalano che doveva tenersi ieri alle 3 non ha mai avuto luogo. La giornata è stata convulsa, e non priva di aneddoti surrealisti: la polizia ha perquisito il taxi che portava Xavier Domènech, il leader di Catalunya en comú, per assicurarsi che Puigdemont non fosse nascosto nel portabagagli.

Ma il protagonista della giornata è stato il giovane presidente del parlament Roger Torrent che ha dovuto fare equilibrismi fra diverse pressioni e che dovrà trovare il modo di risolvere il rompicapo giuridico-politico in cui l’hanno ficcato l’ex president e il Tribunale costituzionale (Tc). Ha difeso il diritto di Puigdemont a poter essere investito, («è la volontà degli elettori»), e si è rifiutato di cercare un candidato alternativo. Ma ha anche sospeso la seduta fino a quando non si potrà effettuare in modo «efficace, con garanzie, senza ingerenze», e senza infrangere le indicazioni imposte dal Tc. E cioè che l’investitura non può avere luogo senza la presenza fisica del candidato, il quale, dice l’alto tribunale, deve anche prima chiedere un’autorizzazione al Tribunale supremo. Cosa che Puigdemont non ha intenzione di fare (né il Supremo di permettere).

L’opposizione ha applaudito la decisione di Torrent. Esquerra republicana, partito di Torrent, lo ha appoggiato (e spera da settimane in un passo indietro dell’ex president per formare un governo e sospendere il 155). Junts per Catalunya (JxC) e la Cup invece erano arrabbiatissimi: per loro si doveva procedere alla votazione. La Cup ha «occupato» l’aula (vuota) esigendo l’elezione di un esponente della destra catalana contro cui gli anticapitalisti hanno sempre lottato. JxC ha protestato per non essere stati consultati sulla sospensione, anche se pare che Torrent abbia chiamato 5 volte Puigdemont, che non gli avrebbe risposto al telefono.

Che succederà? In teoria entro oggi deve essere celebrata una sessione di investitura. Altrimenti si supera la scadenza e scattano le elezioni. Ma secondo alcuni giuristi l’inedita situazione «sospende» le scadenze prescrittive: una lacuna legale in cui si gioca il futuro catalano.