Abbiamo letto una piccola parte di Romeo e Giulietta. Mi dite tutto quello che ricordate sulla lettura?
«Noi abbiamo letto Romeo e Giulietta perché abbiamo fatto il linguaggio teatrale, che poi si chiama copione: tu devi mettere davanti, a sinistra, sul quaderno, il nome del personaggio che parla, poi i due punti e poi la sua voce. Però non si mettono le virgolette del linguaggio diretto, dopo». «Però ci vuole la lettera maiuscola!» «Vabbè, quella ci vuole sempre. Ma nel copione non ci vuole il discorso diretto, non ci voglio le virgolette».
«È la storia di due ragazzi che si amano ma le loro famiglie non volevano che si amavano». «Noi abbiamo letto facendo le parti, le voci di Romeo e Giulietta».
«Romeo era andato quella notte sotto il balcone di Giulietta. Il balcone dove abitava. Per fargli una serenata». «Una dichiarazione d’amore». «Lei subito non si affacciava alla finestra, cioè al balcone, ma dopo… Dopo si è affacciata. Perché anche lei amava lui, non era solo lui che amava lei. Loro si amavano tutti e due». «Loro abitavano a Verona, una città italiana. Però non è una storia di adesso, è una storia di tanto tempo fa».
«Si dicevano delle frasi di amore. Delle frasi romantiche. Delle parole da innamorati». «Erano strani, per me». «Perché le loro famiglie non erano amiche, ma nemiche. Allora non volevano che si sposavano proprio tra di loro. Ma loro si erano innamorati proprio tra di loro, non era colpa loro». «Perché loro si amavano veramente, non per finta». «Erano innamorati anche se erano molto piccoli, molto giovani ancora per sposarsi».

Dite che cosa vi ha colpito di questa storia? Di questo dialogo?
«A me, della storia, ha colpito quando loro hanno scelto di morire insieme invece di lasciarsi perché mi è dispiaciuto molto». «Io non lo avrei fatto». «Per me loro erano troppo innamorati. È per questo».
«A me ha fatto paura».
«Il dialogo era un po’ noioso, non faceva ridere. Però… Però mi è piaciuto un po’ quando diceva delle parole d’amore, delle parole come di una poesia». «Però loro parlavano sottovoce perché avevano paura che qualcuno li ascoltasse».

Vi è piaciuto l’esercizio dopo? Quando avete lavorato a coppie? Quando uno di voi scriveva la parte di Romeo e l’altro di Giulietta?
«Sì. Molto. Però non siamo riusciti ad essere molto romantici perché dopo… Dopo noi abbiamo fatto che si erano lasciati». «Anche noi».

Mi leggete una delle frasi che avete scritto?
«Voglio dirti che è meglio che non ci vediamo più, cara Giulietta, che non ci sposiamo proprio perché i nostri genitori sono molto arrabbiati».« Io ho scritto: “Tu, Romeo, non mi piaci più, vattene, sparisci, non ti voglio più vedere. Allora lui dice: Aspetta, dove vai? Resta con me, non andartene! O forse sei innamorata di un altro? Se sei innamorata di un altro, allora vattene!”». «Io ho scritto: “No, non è vero che ti amo, Romeo, che sono innamorata di te, tu sei proprio bugiarda e permalosa, voglio che ci lasciamo”. E lui dice: “Va bene, allora ci lasciamo. E la prossima volta non ci innamoriamo più perché poi sapevamo che certe cose vanno sempre a finire male, molto male!”». «Io ho scritto che Romeo, a Giulietta, gli diceva: “No, io non sono più innamorato di te, io voglio rimanere single. Allora anche lei lo ha lasciato e gli ha detto: tu sei proprio bugiardo, maleducato”. E lui: “Però sei stata tu a iniziare. Io non mi volevo mettere con te, tu avevi insistito”. Allora Giulietta risponde: “No, sei stato tu a iniziare a innamorarti di me perciò non è colpa mia. Mi dispiace, ma non è colpa mia”».

Secondo voi perché in tutte le loro storie Giulietta e Romeo si sono lasciati?
«Perché non si amavano veramente. Facevano solo per finta».