In attesa di procedere nel complicato progetto con Robert Pattinson, High Life – che si fa attendere ancora un po’ (per la Croisette non era pronto) – Claire Denis ha girato una commedia assai sorprendente rispetto al suo cinema, in cui si immerge con (auto)ironia nelle possibili variazioni del sentimento come vuole l’ispirazione dichiarata, I frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. Un beau soleil intérieur – lo scorso anno film d’apertura della Quinzaine des Realisateurs – arriva ora nelle nostre sale come L’amore secondo Isabelle, dal nome della protagonista, una donna convinta che la sua vita amorosa si sia spenta per sempre nonostante la presenza fluttuante nelle sue giornate di molti uomini.

Isabelle è un’artista, «dipinge, danza, piange, scopa», ha una figlia di dieci anni, un ex-marito col quale finisce a letto di tanto in tanto, un giovane amore che fugge dopo il sesso perché «abbiamo rovinato tutto facendolo», un amante banchiere arrogante messo alla porta con decisione, un nuovo amore (forse) prudente. Ma: «rimanga aperta» le suggerisce il veggente-psicanalista Gérard Depardieu perché solo così raggiungerà un «Bel sole interiore».

Denis si distanzia dal testo di Barthes, complice la scrittura di Christine Angot, per ritrovarne i detour, l’arbitrarietà, le improvvise vaghezze negli incontri della protagonista e tra le ipotesi sentimentali che caratterizzano il suo cammino alla ricerca del grande amore. È un’eroina romantica e dolente sempre alle prese con qualche disastro Isabelle a cui dà vita Juliette Binoche (sarà anche in High Life) libera, piena, in una magnifica corrispondenza con la macchina da presa davanti alla quale, spogliandosi di qualsiasi retorica recitativa, attraversa i passaggi emotivi del suo personaggio: ostinazione, spavento, capricci, segreti anche inconfessabili.

«Non sono tipo da un’avventura di una sera, mi innamoro sempre» dice Isabelle all’amico che la corteggia per andare via poco dopo con un tizio appena incontrato. Uno con cui non ha niente in comune, l’idea la spaventa al punto di rompere con determinazione. Impulso? O troppe parole? Nel desiderio Denis si è avventurata spesso nei suoi film, erano attrazioni diverse, rischiose, a volte distruttive e qui si spinge verso ipotesi nuove.
Quale è l’immagine del desiderio, o dei desideri, come può essere come trovarla senza precipitare nella parola, nella trama del racconto, con la leggerezza di una risata? E senza temere il grottesco, l’assurdo, l’enfasi surreale che caratterizza le avventure di questa donna, assecondando la passione del filmare.

Capita raramente di saperlo raccontare con questa spudoratezza di stile, attraverso i corpi degli attori – molte star del cinema francese, Nicolas Duvauchelle, Josiane Balasko, Valeria Bruni Tedeschi, Philippe Katerine, Bruno Podalydès. E soprattutto capita raramente di vedere sullo schermo un personaggio femminile impudente di riso e di pianto che non è una ragazzetta nevrotica ma una donna che sfida le «regole» dell’età – o almeno della sua immagine – senza interrogarsi su questo troppo. È l’amore per il cinema, gli attori, i personaggi che si fa sempre più raro, questo anche un vero piacere.