Domenica scorsa si sono svolte in Romania, nel rispetto delle misure anti-Covid, le elezioni parlamentari più scialbe che la storia post-comunista di questo paese ricordi. Un solo dato basta a sintetizzare la scarsa importanza che hanno riscontrato nel paese: quello dell’affluenza. Degli oltre 18 milioni degli aventi diritto, infatti, circa sei milioni si sono presentati alle urne per una percentuale, la più bassa di tutti i paesi dell’Unione Europea e agli ultimi posti nel mondo, del 33% (i dati non sono ancora definitivi per via del conteggio delle schede dei rumeni della diaspora). Un solo vincitore, dunque, l’astensionismo che ha...
Europa
Romania, vince l’astensione. Ora il rebus governo
Elezioni. Solo il 33% è andato a votare. A sorpresa i socialisti (29.7%) tornano a essere primo partito. Liberali fermi al 25.5%, un risultato deludente per il premier Orban che si dimette. Exploit della neoformazione della destra populista Aur (Alleanza per l’Unione dei rumeni)