L’Assemblea capitolina ha approvato ieri la delibera che istituisce a Roma il registro della Unioni civili, considerate «il rapporto di reciproca assistenza morale e materiale tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso o di diverso sesso, che non siano legate tra loro da vincoli giuridici». Anche le trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero sono inserite nel registro che viene istituito all’ interno dell’anagrafe comunale, unico per tutti i municipi. Possono chiedere l’iscrizione «i soggetti italiani, altri comunitari o stranieri, maggiorenni e conviventi di sesso diverso o dello stesso sesso, di cui almeno uno residente a Roma, che non facciano parte di altra Unione Civile e che non siano coniugati con soggetti terzi».

L’iscrizione al registro comporta gli stessi diritti e le stesse agevolazioni delle coppie sposate in relazione ai servizi e ai settori di competenza comunale anche se un emendamento a firma Pd prevede che per accedere ai servizi serve dimostrare la convivenza da almeno un anno. Esultano le associazioni Lgbt e quelle che per i diritti civili. Ma in particolare esulta il consigliere comunale Riccardo Magi, presidente del Radicali italiani, che è stato tra coloro che più si sono battuti per questo risultato. Per il sindaco Ignazio Marino, è «un grande successo per i cittadini romani, e corona il lavoro serio e puntuale dell’Assemblea capitolina, che ha saputo portare avanti un dibattito complesso e articolato su un tema che la cittadinanza, nella sua maggioranza, ha già fatto proprio rispetto alla indifferenza di certa politica ormai fuori tempo massimo».