Una sospensione spazio temporale, una zona temporaneamente liberata, un luogo di transito e di gratuita espressione è stato creato ieri dall’azione improvvisa, lungamente preparata, che ha portato alla riapertura di qualche ora di Palazzo Nardini in via del Governo Vecchio, già sede della prima occupazione femminista a Roma, momento generativo dell’attuale Casa delle donne a Trastevere. Il nome scelto da chi ha spezzato per un momento la depressione in cui sprofonda la Capitale – il collettivo enorme degli studenti medi del giornale «Scomodo», gli archittetti e artisti «Stalker», Termini Tv, lo spazio NoWorking e molti altri – è immaginifico, il più kantiano che ci sia: «cittadini planetari».

Tutto è iniziato con una passeggiata partita da palazzo Altemps. Nel cammino i viandanti metropolitani hanno esposto 160 fotografie di spazi vuoti e abbandonati: pubblici, privati e industriali a Roma. E si sono accompagnati con due oche e una capretta, ironico riferimento alle pecore tosaerba della sindaca Raggi. Ed eccoci davanti al maestoso portale del «palazzo del governatore» costruito tra il 1477 e il 1480. È stato aperto e i cittadini planetari hanno preso parola in un’incredibile diatriba che oggi oppone l’Invimit, società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Soprintendenza speciale di Roma e al Mibact. Il motivo? La messa in vendita del complesso con centinaia di anni di vita, destinazione resort di lusso. Qui siamo alle spalle di Campo dei fiori, questo sarà un fiore all’occhiello nel luna park del centro storico, l’ultimo monumento della città turistificata per l’eternità.

Una prospettiva che ha fatto rabbrividire la Soprintendenza che ha avviato nei mesi scorsi la riformulazione del vincolo di interesse storico-culturale per rendere l’edificio inalienabile. Contro la procedura Invimit ha presentato un ricorso al Tar. Insomma, lo Stato contro lo Stato: un derby destinato a durare a lungo, con il risultato di congelare tutto. O creare disastri. Dopo 30 anni di abbandono totale, la mayonese istituzional-finanziaria è impazzita. L’immenso edificio di 6500 mq, quattro piani, logge e portici compresi, vista dall’alto sul Gianicolo e San Pietro, è stato acquistato dalla regione Lazio per 37 milioni di euro nel 2009. Quest’ultima ha investito 5 milioni per riparare i tetti. La direzione Beni Librari 1,5, altrettanti il ministero delle Infrastrutture, per creare una biblioteca. Nel frattempo l’Invimit l’ha messo all’asta per 18 milioni, la metà del valore iniziale.

Su una balconata della corte interna è stato esposto uno striscione lieve e programmatico: «Roma sogna». Tra cumuli di sanpietrini, porte divelte, antiche scritte e simboli femministi come «Aborto Libero», è arrivato il vice-sindaco e assessore alla cultura Luca Bergamo. Seduti in cerchio i cittadini planetari hanno avanzato la proposta: dare lo spazio in concessione di un anno alla cittadinanza. «Uno spazio ibrido dove transitino romani e migranti, fuorisede e tutti coloro che non trovano spazio in città» sostiene Francesco Careri di «Stalker». Tommaso Salaroli di Scomodo lo immagina così: «Uno spazio si sperimentazione temporaneo per dimostrare, senza discriminazioni, che arte e cultura possono trasformare la vita nel momento in cui la politica non ci riesce più». «Sarà un posto interessante, forse economicamente non utile, ma socialmente fondamentale» aggiunge Mortesa, artista afghano da sei anni a Roma. «Non è giusto che venga destinato a funzione commerciale, occasione di nuova gentrificazione – ha risposto Bergamo – Domani prenderò contatto con Invimit e chiederò lo spazio per una sperimentazione culturale a nome di una domanda giunta dalla cittadinanza. Non posso garantire sul risultato, ma credo che la P.A. debba prevedere la sperimentazione di norme più adatte». L’incontro si è sciolto in un girotondo a cui ha partecipato lo stesso vice-sindaco.

Oggi, alle 17, «Noantri cittadini planetari» si rivedranno al teatro India per discutere su come si realizza un «laboratorio del possibile» in una città paralizzata. Roma sogna, ancora. Nelle prossime ore potrebbero esserci altre incursioni.