Cresce l’attesa per la manifestazione leghista del 28 febbraio a Roma e la contestuale opposizione dei movimenti e delle organizzazioni democratiche alla sfilata xenofoba. Insieme a Salvini saranno presenti a Piazza del Popolo non solo i neofascisti di CasaPound, nelle cronache in questi giorni per il tentato omicidio a Cremona di un militante del centro sociale Dordoni, quanto soprattutto le organizzazioni xenofobe di mezza Europa, dando al ritrovo leghista la parvenza di una rinnovata internazionale nera.

Ad affiancare Salvini saranno anche l’organizzazione razzista tedesca «Pegida», nota in questi mesi per le continue marce anti-islamiche promosse a Dresda, nonché il «Bloc Identitaire», partito dell’estrema destra francese anti-immigrazione. Senza contare la promessa manifestazione di aprile, dove Salvini proverà a portare a Roma Marine Le Pen dando vita ad un vero e proprio coordinamento politico delle destre europee.

Ad «accogliere» il tentativo leghista di radicarsi al centro-sud attraverso la costituzioni di liste civiche e partiti collegati alla casa madre, la variegata sinistra romana, che da mesi tenta di trovare una quadra attorno alle modalità di opposizione alla piazza di Salvini. Nei giorni scorsi è stato definito il percorso della manifestazione che partirà alle 14 da piazza Vittorio Emanuele e terminerà in piazza Sant’Andrea della Valle, con l’obiettivo di avvicinarsi, almeno idealmente, alla vicina Piazza del Popolo.

La manifestazione è stata organizzata nel corso di un mese di assemblee che hanno registrato una partecipazione crescente. Il corteo non ha ancora ricevuto il via libera da parte della Questura. Si resta in attesa del vertice sulla sicurezza col Prefetto e il Comune. A complicare le cose, la probabile partenza del gruppo di estrema destra CasaPound proprio da piazza Vittorio, una provocazione che gli organizzatori della contro-manifestazione ritengono difficile da digerire.

Numerose le iniziative volte a smascherare il tentativo leghista di accreditarsi quale unica opposizione al governo Renzi dopo essere stato al governo nel ventennio d’oro del berlusconismo. Non solo centri sociali e movimenti antagonisti insomma: da giorni si moltiplicano le adesioni degli artisti vicini alle ragioni dei manifestanti.

Lo scrittore Erri De Luca, il fumettista Zerocalcare, gli attori Elio Germano, Moni Ovadia e Ascanio Celestini, così come molta parte del mondo della sinistra intellettuale, hanno appoggiato la mobilitazione. Nelle ultime ore è stato pubblicato in rete l’appello «Contro il razzismo del terzo millennio». Scritto da artisti, insegnanti e lavoratori della conoscenza, è rivolto al «mondo del lavoro tradizionale per costruire una grande campagna» contro la manifestazione leghista.

Anche Pasquino, la celebre «statua parlante» di Roma, in questi giorni ha ritrovato il suo antico ruolo di voce del popolo, dando spazio al rifiuto cittadino di vedere attraversata una città da sempre insultata dal partito di Salvini.

Al di là della causa anti-razzista, sono le contraddittorie posizioni della Lega di Salvini ad unire la composita sinistra romana. Un minimo comun denominatore capace di unificarne le ragioni e i metodi, anche di piazza. In un paese senza memoria storica, sembra davvero troppo dimenticare di colpo l’appoggio leghista all’ingresso nell’Euro, l’approvazione della legge Biagi e della Bossi-Fini, per non parlare dei recenti scandali che hanno coinvolto la precedente gestione del partito del nord. Un passato troppo recente per accreditarsi oggi a sinceri oppositori di Renzi e di Alfano, un governo per molti versi speculare agli stessi partecipati dalla Lega.

Al di là dei tentativi di criminalizzazione del corteo, a cui hanno contribuito una parte dei media nazionali, il corteo di sabato si presenta come l’occasione per una sinistra al momento incapace di opporsi al progetto leghista di rappresentare le fasce popolari delle periferie. Un corteo che sarà importante anche sul piano simbolico che si giocherà in quella giornata.