Sulla carta l’accordo ci sarebbe: per ogni migrante secondario che l’Italia accetta di riprendere, la Germania è pronta ad accoglierne uno tra quanti vengono salvati in mare. Sarebbe la conclusione raggiunta tra Roma e Berlino dopo settimane di trattative sui migranti che dopo essere sbarcati e aver presentato domanda di asilo in Italia, si sono spostati in Germania. Accordo a «saldo zero», come richiesto dal ministro degli Interni Matteo Salvini al collega tedesco Horst Seehofer, ma che adesso rischia di saltare per l’ennesima richiesta italiana: subordinare il via libera allo scambio all’appoggio di Berlino a una modifica delle regole della missione europea Sophia.

A fare il punto su una questione che nei mesi scorsi ha rischiato di aprire una crisi di governo in Germania, è stata ieri una portavoce del ministero degli Interni tedesco: «Dal nostro punto di vista l’accordo è chiuso», ha spiegato ripetendo quanto lo stesso Seehofer va dicendo da tempo. Il problema, ha aggiunto, è che l’ennesima condizione posta da Roma non può essere trattata a livello ministeriale ma riguarda direttamente i capi di governo. La palla, quindi, passa adesso a Merkel e Conte.

Ancora una volta la mossa italiana ha il sapore di un ricatto. Salvini infatti sa bene che la questione dei migranti secondari è uno dei punti sui quali la Csu di Seehofer si gioca le elezioni che a ottobre si terranno in Baviera, per di più con i sondaggi che danno il partito alleato della cancelliera a dir poco in affanno. Dall’altro lato, da mesi il governo giallo verde chiede all’Ue di cancellare l’obbligo per le navi della missione Sophia di sbarcare i migranti nei porti italiani. Richiesta finora sempre respinta perché significherebbe avviare un meccanismo di distribuzione dei migranti tra gli Stati membri che nessuno vuole. Fino a oggi Bruxelles ha rinviato ogni decisione alla fine di dicembre, quando Sophia arriverà alla scadenza del mandato e si potranno ridiscutere le regole.

Anche se dovesse ottenere l’appoggio tedesco, Roma rischia però di non ottenere nulla neanche questa volta. Perché si arrivi a una riscrittura delle norme occorre infatti un voto all’unanimità da parte degli Stati. Condizione molto difficile, se non proprio impossibile.

Qualcosa comunque si muove, e non certo per merito di Roma. In vista del vertice dei capi di Stato e di governo di ottobre la Francia si prepara a presentare una sua proposta per la creazione di un sistema temporaneo di distribuzione dei migranti tra gli Stati. Ne farebbe parte un «nocciolo duro» di Paesi che interverrebbero in caso di sbarchi evitando così il ricorso a risposte ad hoc come avvenuto negli ultimi mesi.