Con un comunicato video stringato e senza tante spiegazioni la sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiesto ai suoi sostenitori di annullare la manifestazione che, ufficialmente senza simboli di partito, era stata convocata per il prossimo 9 novembre in Campidoglio. «So che molti di voi si sono dati appuntamento per una manifestazione a Roma – scandisce Raggi – Si tratta di un gesto pieno di affetto ma ritengo non sia opportuno. Grazie». Nel giro di poche ore l’evento pubblico è stato cancellato.

Doveva tenersi la sera prima della sentenza del processo che vede Raggi imputata per falso relativo alla promozione ad altro incarico di Raffaele Marra. In caso di condanna, stando al codice etico del Movimento 5 Stelle, quel dispositivo potrebbe decretare la fine dell’esperienza amministrativa cominciata 30 mesi fa. Molti dentro al M5S consideravano quella piazza a rischio, si valutava potesse trascendere in un attacco ai giudici che avrebbe rappresentato un autogol mediatico, mettendo in scena plasticamente il radicale cambio di prospettive dei 5 Stelle di governo. Ma anche, più semplicemente, la piazza avrebbe sofferto l’inevitabile comparazione con quella, molto partecipata, si è ritrovata nello stesso luogo lo scorso 27 ottobre per contestare la sindaca con lo slogan «Roma dice basta».