Quattro delibere di iniziativa popolare promosse da associazioni, comitati e spazi sociali per costruire un altro modello di città: Acqua bene comune, uso sociale del patrimonio immobiliare abbandonato, scuola pubblica e finanza sociale per liberare Roma dalla crisi.

Sono le proposte avanzate dalla rete “Deliberiamo Roma” promossa da un’ampia coalizione sociale di cui fanno parte: CRAP – Coordinamento Romano Acqua Pubblica, rete Patrimonio Comune, Comitato art. 33 Roma e Forum per una nuova finanza pubblica e sociale – Roma.

Da pochi giorni è iniziata la raccolta firme in tutta la Capitale per un progetto che nelle intenzioni dei promotori porterà ad “una risposta collettiva alla crisi”. Da ieri, e fino a domenica, la rete romana ha organizzato una campagna in oltre 40 piazze, mercati e ville in tutti i municipi.

Stasera, a partire dalle ore 20.30, è stata programmata un’iniziativa cittadina a Piazza Sauli a Garbatella con cena sociale, presentazione delle delibere e concerto della Banda Jorona, a seguire djset Rotas, Gigi selecta outta Baracca Sound.

Il primo referendum è sulla ripubblicizzazione dell’azienda capitolina dell’acqua, l’Acea. Nel 2011, 27 milioni di cittadini hanno votato per la gestione pubblica dell’acqua, tra questi oltre un milione di romani si sono pronunciati contro la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali e nella stessa direzione va anche la recente Legge approvata nella Regione Lazio. La delibera cittadina d’iniziativa popolare intende spingere il Comune di Roma verso l’attuazione del voto referendario. Se approvata, potrebbe costituire un precedente per tutte le giunte che intendono applicare l’esito referendario del 2011.

La seconda delibera popolare intende promuovere una nuova finanza sociale. La delibera chiede al Consiglio Comunale di Roma Capitale di rispettare i bisogni delle persone e non solo quelli delle banche e di escludere dal Patto di Stabilità tutti gli investimenti in merito a beni comuni e welfare locale.

La terza delibera intende potenziare la scuola pubblica e chiede che sia garantito il diritto allo studio, a partire dalla scuola dell’infanzia, nelle strutture pubbliche, fino ad esaurimento della domanda, affinché il diritto all’istruzione continui ad essere fondato sul pluralismo, la laicità e la gratuità.

La quarta delibera, infine, propone l’uso sociale del patrimonio pubblico e privato in disuso, contro le speculazioni immobiliari. Edifici sfitti e invenduti, ex aree militari, vecchi cinema e teatri, terre incolte, casali ed ex fabbriche sono oggi orfane delle loro antiche funzioni e hanno davanti due futuri possibili: rinascere migliorando la qualità della vita dei nostri quartieri e diventare “patrimonio comune” oppure essere svendute dal Campidoglio e diventare un affare solo per le lobby finanziarie e immobiliari. La delibera propone il riuso del patrimonio immobiliare abbandonato, il blocco delle svendite e delle speculazioni edilizie già programmate, oltre che della vendita del patrimonio. Infine, permette l’esproprio e la requisizione per uso sociale del patrimonio immobiliare privato sfitto e invenduto.

Per le iniziative è possibile consultare il sito: su www.deliberiamoroma.org